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domenica 28 luglio 2013

Il sindaco Marino sul progetto di "Città metropolitane".


di  A. Lalomia

Sul sito del Comune di Roma è stata pubblicata un'importante dichiarazione del nostro sindaco in ordine al progetto governativo di abolire le province, sostituendole con le  'Città metropolitane'  (Consiglio dei Ministri n. 16 del 26 luglio 2013):

"  Roma, 26 luglio – Il sindaco di Roma Ignazio Marino è intervenuto oggi, in rappresentanza di Roma Capitale, alla riunione del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi, sul tema 
Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni.

Il Sindaco ha affermato di essere d’accordo sull'impianto della legge ma ha sottolineato l’importanza di precisare alcuni dettagli rilevanti, data la complessità geografica della Provincia di Roma. In particolare, secondo Marino occorre valutare i criteri per l’adesione dei Comuni, dato che al momento un Comune può aderire alla Città metropolitana solo se è confinante con altri Comuni che lo hanno già fatto. In questo modo, osserva il Sindaco, c’è il rischio che restino fuori i Comuni “non confinanti” ma interessati alla città metropolitana, perché altri confinanti non hanno scelto di aderire.

Il Sindaco, inoltre, ha chiesto che la data per aderire alla città metropolitana, fissata al 28 febbraio 2014, divenga un termine “dinamico”, così da permettere ai Comuni più lontani e non confinanti di aver tempo per l'adesione.
  "  

Mi sembrano precisazioni significative, perché su un provvedimento di questo genere è 
necessario agire con grande cautela.
Su questo tema, cfr. per esempio  "IlSole24 ore" .
Di seguito, il video con le dichiarazioni del sindaco:

sabato 27 luglio 2013

Chi ha paura di Uber ? Intervista a Benedetta Arese Lucini.



di  A. Lalomia

Non accenna a placarsi la controversia tra i taxi e Uber  1  .
Malgrado le ripetute assicurazioni, da parte della società californiana, di non offrire un servizio pubblico da piazza  -come i taxi-,  questi ultimi sono sul piede di guerra da mesi e preannunciano iniziative clamorose nel caso in cui l'attività svolta da Uber dovesse essere considerata a norma dalle autorità comunali.
Andrea Bitetto, in un magnifico articolo apparso sull' "Inkiesta" del 15 luglio 2013, ha riassunto egregiamente i termini della questione  2, innescando un dibattito che dà la misura di quanto egli abbia colto nel segno   .   
Allo scenario disegnato da Bitetto, vorrei aggiungere soltanto qualche breve nota.
La prima è che, secondo me, l'ostilità di molti tassisti nei confronti di Uber non è nient'altro che la versione aggiornata della diffidenza che parte della categoria nutre da tempo immemorabile verso i conducenti NCC, accusati di svolgere la loro stessa attività  -servizio pubblico da piazza-  in contrasto con le disposizioni che regolano il settore. Curiosamente, da qualche tempo si assiste all'alleanza tra tassisti ed NCC  (non tutti, però, perché quelli che lavorano per Uber vengono considerati allo stesso livello dei transfughi).
Ho scritto più volte che i tassisti stanno conducendo una crociata, quella contro Uber, appunto, che non ha motivo d'essere, perché i due servizi si rivolgono a clientele diverse. I tassisti  (e ho scritto anche questo)  dovrebbero lottare per ottenere dal comune e dal governo tutti quei sostegni che renderebbero meno pesante  (e lo è davvero pesante, soprattutto in una città caotica come Roma)  e incerta la loro attività.  Essi hanno ragione a lamentarsi delle spese astronomiche che devono sostenere  (a partire dalla cifra spesso folle della licenza), nonché degli abusivi, e mi pare di averlo già detto  . Però, sarebbe anche il caso che accennassero alle pecore nere che si annidano nella loro categoria  (come d’altronde in altre categorie)  e che infangano l’immagine di quanti, tra loro, lavorano in modo onesto e si comportano con civiltà.
I tassisti sono un ibrido tra imprenditori e dipendenti comunali, e forse il problema è proprio
questo.  La vettura è di loro proprietà, ma le tariffe sono stabilite dal comune, il quale si dimostra restio a concedere facilitazioni, per esempio, a livello di carburante, di polizze assicurative  (che per i tassisti raggiungono cifre spaventose, con l’aggravante che alcune compagnie si rifiutano di stipulare contratti con loro, perché vengono considerati una categoria a rischio troppo alto), di manutenzione delle auto, di parcheggi.  E in effetti io credo che le responsabilità maggiori, nelle problematiche che riguardano questo settore, così come nelle controversie tra tassisti e altri operatori del comparto, dipendano proprio dal comune, ma anche dal governo.  C'è da augurarsi, al riguardo, che l' Autorità dei Trasporti varata  (o meglio 'riesumata')  qualche giorno fa dall'esecutivo, riesca a mettere un po' d'ordine in un settore che sembra averne bisogno, ponendo fine a queste 'guerre fratricide', che danneggiano sia gli autisti che i clienti.
Forse occorerebbe fare come a Madrid, dove, come mi ha spiegato qualche settimana fa un autista molto gentile  (vedendo che ho qualche problemuccio, è sceso dalla macchina, mi ha aperto lo sportello della vettura e mi ha aiutato a salire, sempre con il sorriso),  il tassista è un impiegato comunale a tutti gli effetti, con uno stipendio a fine mese, più un’integrazione che scatta dal momento in cui raggiunge, in base al tassametro, l’importo del suo stipendio.  In questo modo, il tassista ha un fisso su cui può contare, ma nello stesso tempo è incentivato a lavorare di più e meglio.  Le corse, poi, sono meno care che a Roma o Milano, per cui prendere il taxi rappresenta veramente un’esperienza che tutti possono permettersi.  Questo sistema, tra l'altro, renderebbe il clima più sereno tra gli stessi tassisti, che non sono affatto una categoria compatta, come si potrebbe credere  (basti vedere il numero di sigle sindacali che li rappresentano, nonché alcuni episodi che dimostrano un modesto senso di solidarietà tra di loro). 
Per cercare di fare il punto della situazione e trovare, se possibile, qualche ipotesi di soluzione, su questi temi e su altri collegati, ho intervistato Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber in Italia  4 .

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Note

1  Al tema della mobilità a Roma, ho dedicato diversi testi, alcuni dei quali si trovano nella pagina “Bibliografia" di questo Blog.  Cfr. anche:  Uber a Roma tra aspettative e anatemi.;  Taxi e Uber si fronteggiano a suon di petizioni. ; Riflessioni su un post.;  Dalla Sicilia, proposte e iniziative riguardanti la mobilità urbana e i taxi. ; Taxi gratis per i disabili.  A Bucarest qualcuno ci ha già pensato.  E a Roma ? .


2  Si legga ad esempio questo punto, che andrebbe scritto a caratteri cubitali:  "Da utente del servizio Taxi osservo una cosa, nel merito: mi chiedo sempre perchè in Italia - e ciò a differenza di londra, amburgo, ad es. - quando chiamo un taxi questo faccia partire il tassametro dalla chiamata e non dal momento in cui uno sale in auto: il costo del trasferimento, visto il regime vincolistico amministrativo, non può esser fatto gravare sull'utente. Ed infatti in molte parti del mondo questo non avviene. I taxi, inoltre, hanno una corsa minima, sotto la quale non si scende, e questo assorbe il costo delle corse brevi.". Condivisione piena: sono anni che penso  (e che scrivo) le stesse cose.  Devo aggiungere che anche diversi tassisti con cui ho parlato sono d'accordo sulla necessità di rivedere il modo in cui viene calcolato il prezzo della corsa.  Oltre a quanto detto sopra, vorrei osservare che non si capisce per quale motivo il tassametro debba continuare a girare anche quando la vettura è bloccata per minuti e minuti in mezzo al traffico.  E' a queste situazioni, soprattutto, che mi riferisco nella domanda n. 17.
Tra i commenti dell'articolo di Bitetto, è possibile leggere alcune precisazioni sulla liceità del servizio svolto da Uber che meriterebbero di essere prese come esempio di garbo, di rispetto dell'interlocutore, di chiarezza e di moderazione.  A parte quelli di Bitetto stesso, mi riferisco soprattutto ai commenti che risultano scritti da un ex tassista che ora fa parte dei collaboratori di Uber.



3   Personalmente, poi, non vedo per quale motivo le compagnie di taxi non possano accettare le prenotazioni, né abbonamenti  (sia pure sotto forma di convenzioni), due servizi che peraltro praticano già.  Se la legge non prevede tali opportunità, la legge va cambiata.  Parecchie leggi non sono eterne: sono espressione del periodo storico in cui sono state promulgate. Se è stata cambiata la Costituzione, che è la Legge suprema del nostro Paese   -e si vogliono introdurre ulteriori modifiche-, non si vede per quale motivo non si possano e non si debbano apportare variazioni alla disciplina che regola un certo settore, qual è appunto quello del trasporto pubblico non di linea.  Ma è chiaro che a beneficiarne devono essere tutti gli operatori del comparto:  tassisti, NCC e aziende come Uber.  D'altronde, lo ripeto per l'ennesima volta: in una megalopoli come Roma, c'è posto per tutti gli operatori del comparto, perché ognuno ha un suo target specifico e non si capisce perché uno di loro -cioé Uber-  debba essere ostacolato nella sua attività.  Tanto più che la società americana non solo non toglie lavoro, ma, anzi, ne offre, 'crea economia', come direbbero gli esperti.


4  Su Uber, cfr. il materiale indicato oltre.
Sito di Uber :  https://www.uber.com/  .
Responsabile Italia di Uber: Benedetta Arese Lucini.
Sito Uber di Milano:  http://blog.uber.com/city/milan/
Sito Uber di Roma:  http://blog.uber.com/city/roma/ 
Qui  per l'ascolto dell'ottimo servizio  Liberalizzare stancatrasmesso il 22-07-13 da Radio 24-Il Sole 24ore, con interviste ad Arese Lucini, Alberto Saravalle  -di  "Italia Aperta"-,  e a rappresentanti del mondo taxi ed NCC.  Da non trascurare i commenti di alcuni ascoltatori, favorevoli alla creazione di un mercato più competitivo, dove si possa scegliere tra più offerte veramente diverse tra loro. 
Sotto, il brano di una precedente intervista ad Arese Lucini, su Milano post:  
«Uber Italia è una società sussidiaria che fa parte della società olandese, quindi Uber Italia Srl ha un suo account, paga i dipendenti e viene pagata da Uber un certo contributo per il loro aiuto, per cui paga le giuste tasse. Inoltre su ciascuna transazione viene già incluso nel presso il 10% di IVA – 10% perché si tratta di IVA agevolata, in quanto società di trasporto – che viene versato dagli autisti su ogni corsa in Italia; in aggiunta, su ogni corsa, l’80% lo trattiene l’autista, in quanto si tratta di reddito incrementato di un autista NCC – si tratta di reddito completamente incrementato, in quanto loro continuano a lavorare con i propri clienti e con Uber hanno solamente delle corse aggiuntive, che portano ad un reddito aggiuntivo. L’unica parte che finisce all’estero è quel pezzettino di commissione che si tiene Uber…”.
Qui per il primo servizio su Leo-HiTech;  qui, invece, per il secondo servizio sulla stessa testata.
"Linkiesta" ha dedicato diversi articoli al tema, alcuni dei quali sono raccolti nella pagina "Bibliografia"  di questo blog.
Qui per firmare la petizione di Uber al sindaco di Milano.
Una piccola nota conclusiva su Uber, che mi sta particolarmente a cuore.  In questo spot pubblicitario, la società californiana utilizza, come sfondo, una libreria in legno in cui fa bella mostra di sé l' Enciclopedia Italiana della Treccani.

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1.  Vogliamo cercare di stilare un elenco di punti che il cliente chiede a un tassista e comunque a un conducente di un servizio pubblico non di linea, e quindi anche ad un autista di Uber ?  Inizio io.
a.  Garbo, gentilezza, disponibilità e onestà.
b.  Puntualità, professionalità ed efficienza.
c.  Economicità, garanzia e certezza del prezzo.
d.  Rispetto del codice stradale e del divieto di fumo in vettura.
e.  Pulizia e perfetta manutenzione dell’auto.
f.  Posti a sedere ampi e confortevoli.
g.  Praticità e sicurezza del pagamento.
h.  Ricevuta scaricabile ai fini fiscali.
Vuole aggiungere qualcosa ?

No, direi che va bene così.


2.   Da chi è gestita Uber ?  Chi detiene il maggior pacchetto azionario ?   E inoltre: ha intenzione di quotarsi in Borsa ?

Uber è una società indipendente con alcuni venture capital azionisti e tutti gli impiegati ne posseggono delle quote. Stiamo facendo un altro round di finanziamento privato ora, e quindi non abbiamo alcuna intenzione di quotarci in Borsa.  


3.  Quali sono le differenze maggiori tra il servizio offerto da Uber e quello garantito dai taxi e dagli NCC ?

Uber è solamente una app che consente alle società NCC di ampliare il loro parco clienti.


4.  In che cosa Uber si differenzia dalle altre compagnie che si stanno affacciando sul mercato, ad esempio Ez Driver  (offre un servizio a base chilometrica, al prezzo di € 1.80/km, con un minimo di € 5,00, se la corsa è prenotata tramite l'app di ezDriver),  che oltretutto reca il marchio “Orgogliosamente italiani”,  e Your Personal James, che propone dei carnet interessanti per chi utilizza spesso il servizio ?

Diciamo che Uber è stata la prima di queste app, e quindi quella che ha inventato la soluzione. Noi pensiamo che i tre anni di esperienza abbiano permesso di conseguire importanti modifiche e miglioramenti, tali da corrispondere pienamente alle diverse esigenze sia degli autisti partner, che dei clienti.  D’altronde anche se la app è di una società americana, 
abbiamo un team locale tutto Italiano pure noi !


5.  La geolocalizzazione su cui si basa Uber, in realtà è stata introdotta in Italia da tempo. Basti pensare al servizio  it taxi , che per inciso non prevede alcun prezzo aggiuntivo rispetto a quello tradizionale.  Che cosa risponde a questa osservazione ?

La geolocalizzazione è solamente uno dei tanti elementi tecnologici che abbiamo usato per rendere Uber il servizio che è ora. 


6.  È possibile disegnare un identikit del vostro cliente medio ?

I nostri clienti sono vari, però quello che hanno in comune è di essere  'esperti digitali'  e di essere animati dal desiderio di spostarsi in città in modo diverso, comodamente e con classe.


7.   Quanti italiani, attualmente  (tra autisti e personale a vario titolo), lavorano per Uber ?  E quali requisiti devono possedere ?

Nel team siamo in tre a Milano e tre a Roma.  Gli autisti non lavorano per Uber, perché sono dipendenti delle società NCC.  I requisiti sono quelli di un autista NCC, la macchina deve essere in ordine e con meno di cinque anni di utilizzo  


8.  Quanti sono gli autisti che lavorano per voi a Roma ?  E inoltre: che tipo di vettura devono possedere ?   È  vero che usate anche le Ferrari ?

Gli autisti sono centinaia. Hanno la licenza richiesta per gli NCC.  Usiamo tutte le macchine che sono già NCC, ma di un certo livello.  L'ultima arrivata è  la Tesla Model S  (l’unica berlina di lusso al mondo totalmente elettrica, tanto per riprendere il discorso dell’attenzione che Uber mostra per i problemi dell’inquinamento ambientale).


9.  Quanto guadagna, in media, un autista Uber ?

Dipende da quanto lavora. Sicuramente guadagna più di prima, visto che con Uber trova nuovi clienti nel tempo libero.


10.  In che modo Uber potrebbe riuscire a risolvere il problema del traffico nelle grandi città, e soprattutto a Roma ?                                                                                                                       
Uber permette alle persone di muoversi in modo rapido e comodo per la città, lasciando la propria macchina a casa, evitando così lo stress della guida e della ricerca del parcheggio.  Inoltre, grazie a tutti i dati che acquisiamo, possiamo capire quali sono i momenti in cui la richiesta è più alta, in modo che gli autisti possano lavorare con maggiori opportunità di guadagno.                              
                    

11.  Quello del trasporto pubblico non di linea, a fronte della profonda crisi del trasporto pubblico di linea in una città come Roma  (una crisi destinata ad aggravarsi, visti i tagli del 45 % circa annunciati in questi giorni dall’ATAC),  è un mercato enorme, che potrebbe lasciare spazio a diversi attori.  Il problema vero, secondo me, è rappresentato dal prezzo.  In base a quali parametri avete deciso che la tariffa di base è di $ 3,50 per Uber X, 7 per berlina nera e 15 per SUV , con tariffe per miglio che partono da 2,75 $ per arrivare a 5 $ ?  Purtroppo, non sono prezzi sempre accessibili.  

Noi pensiamo che sia il cliente a determinare il prezzo che per lui va bene, per ogni servizio. Il problema, in Italia, è che i prezzi non sono proporzionali al servizio.


12.  Uber promette autisti professionisti, capaci, esperti educati  (affabili quando occorre), provvisti di  auto di lusso e pronti ad arrivare in tempi rapidi.  Siete  sempre in grado di trovare dei candidati che riuniscano tutte queste caratteristiche ?

Certo.


13.  Riuscirà Uber a proporre una corsa, poniamo, da Corso Francia  (altezza Vigna  Stelluti)  a  Piazza Ungheria,  a una quindicina di € , magari con una macchina non di lusso) ?  

Per adesso la nostra strategia è usare auto di lusso con prezzi che comunque rendono il suo esempio possibile.


14.  In quale città europea la società ha incontrato maggior successo, in termini di profitto e di numero di passeggeri ?

A Parigi: c’è da più tempo e continua a espandersi.  D’altra parte, a Stoccolma Uber è cresciuta più rapidamente di tutte le altre città in Europa, dal suo lancio. 


15.   Tra Roma e Milano, dove vanno meglio gli affari, per Uber ?                                                 
Vanno bene in tutte e due le città. A Roma siamo arrivati da poco, ma in compenso, rispetto a Milano, esistono potenzialità straordinarie, mi verrebbe da dire  "pazzesche".  


16.  Come mai, dopo Milano e Roma, avete puntato su Firenze ?  Per una questione di flussi turistici  ?  Ma anche a Venezia, per dire, i turisti non mancano di certo.

Pensiamo che Firenze sia una città che ha bisogno di questo servizio, visto che ne è sprovvista. Inoltre, Firenze è molto pro-innovazione.


17.  Le carte vincenti di Uber sono l'assenza del tassametro e il fatto che il cliente  (a parte un importo di base)  paga dal momento in cui mette piede nella vettura e non, come accade invece con i taxi, dal momento in cui il conducente riceve la chiamata dalla centrale e magari si presenta davanti al suddetto cliente dopo una quindicina di minuti a causa del traffico e con un tassametro che segna già una ventina di € .  Per non parlare del tassametro che continua a girare anche quando l'auto, con il passeggero a bordo, è bloccata in mezzo al traffico per interi minuti.  (D'altra parte, i tassisti non sono responsabili di questo sistema, che è frutto delle decisioni comunali. ) Ma avete mai pensato a proporre un servizio a ore  -più magari un'integrazione chilometrica-  piuttosto che solo a km ?

La nostra tariffa è calcolata usando sia la disposizione temporale che la distanza. 


18.  L’arrivo di Uber a Milano e a Roma ha determinato dure prese di posizione da parte delle compagnie di taxi  (e anche di qualche azienda NCC, malgrado il fatto che il vostro parco macchine, attualmente, sia costituito proprio da vetture NCC).   Un parlamentare europeo, Carlo Fidanza, il 7-06-13 ha presentato addirittura un’interrogazione con richiesta di risposta scritta  al Parlamento europeo.  Eppure, se ho capito bene, voi non solo non vi ponete come antagonisti ai tassisti, ma addirittura promettete di offrire lavoro anche  a loro.  Da cosa dipende, dunque, questa ostilità ?   Da una certa resistenza mentale dei vertici di alcune aziende di taxi ad adeguarsi al libero mercato e alla concorrenza   (come mi hanno fatto notare talvolta gli stessi tassisti romani disposti ad affrontare questo tema) ?               

L’ostilità non la capiamo neppure noi.  Secondo noi, certi operatori del settore hanno solo paura dei cambiamenti e come sempre vogliono mantenere lo status quo.


19.  Avete mai pensato a stipulare accordi con le società che si occupano di difendere i diritti dei disabili  (ad esempio  FISH),  in modo da garantire a questi ultimi sconti significativi ?

Abbiamo contattato l'Associazione dei non vedenti e stiamo lavorando per migliorare la App, in modo che anche loro possano usarla senza difficoltà.  Inoltre, abbiamo in programma una serie di contatti con altre associazioni di disabili, per andare incontro alle loro esigenze specifiche.


20.  Una delle questioni più controverse è quella del prezzo della corsa.  I vostri  'rivali' sostengono che il cliente non sa mai quanto pagherà veramente al termine del servizio, perché quella che gli viene indicata al momento di salire sulla vettura è solo un'indicazione approssimativa dell'importo finale.  Che cosa risponde Uber a queste critiche ?

L'indicazione è molto precisa; quindi, a meno che il cliente cambi idea sul percorso, paga spesso esattamente come indicato dalla app.


21.   Un'altra questione delicata è il pagamento con carta di credito.  Non mi sembra un aspetto da sottovalutare, viste le innumerevoli truffe on line e il furto di dati riservati. Cosa può dire, al riguardo  ?

Noi usiamo un payment provider certificato e non abbiamo mai avuto problemi come quelli citati da lei, né di altro tipo.  I dati sono tutti criptati e tenuti in un sistema sicuro.


22.  Come in quasi tutti gli altri settori, anche in Uber le contestazioni da parte dei dipendenti purtroppo non mancano e riguardano soprattutto i seguenti punti:  salari non adeguati; turni di lavoro troppo lunghi; limitate libertà sindacali.  Anche negli Stati Uniti alcuni dei vostri dipendenti sono entrati in sciopero, perché ritenevano di non ricevere sufficienti garanzie e compensi adeguati.  Che cosa risponde a queste critiche ?

Gli autisti non sono dipendenti di Uber e nessuno chiede loro di lavorare in specifici orari o turni.  Noi siamo un servizio aggiuntivo e quindi non siamo tenuti a garantire i carichi di lavoro previsti per le altre aziende.  Ciò premesso, mi sembra normale che agli autisti che lavorano per noi vengano assicurati i legittimi diritti sindacali. 


23.  Quindi sono gli autisti che scelgono gli orari ?

Sì, esatto, secondo le loro esigenze.


24.  Uber non è un servizio alla portata di tutti.  Non crede che aver puntato sin dall'inizio su una clientela medio-alta, o addirittura decisamente alta, vi privi di un'utenza piuttosto ampia ?

Noi puntiamo inizialmente su queste clientele perché di solito sono più aperte all'innovazione. D'altra parte, negli Stati Uniti abbiamo già introdotto soluzioni con diversi prezzi, molti dei quali sono più che accessibili.


25.  Uber è stata presentata come  "un'azienda che va a 100 km/h, ma non vi preoccupate, a guidare ci pensa un driver professionista !".  Non trova che sia un po' rischioso  (metaforicamente parlando)  mantenere per troppo tempo una velocità così sostenuta ?

Per la società assolutamente no !


26.  Quali sono, secondo lei, le differenze maggiori tra i tassisti di San Francisco e quelli di Roma  (ammesso che lei prenda il taxi, visto che fa parte di Uber)  ?

Prima di tutto, noi a Roma usiamo solo autisti NCC.  Le differenze riguardano soprattutto il modo di accoglierci.  A San Francisco ci hanno accolto con tanto affetto, mentre qui in Italia abbiamo incontrato e incontriamo maggiori difficoltà, una serie di resistenze a introdurre quegli elementi di innovazione, e non soltanto in campo tecnologico, che sarebbero necessari per il nostro Paese.  L'Italia ha ancora tanto da imparare, in questo settore.  Fino a quando esisteranno protezionismo e lobby  impegnate soltanto a difendere lo status quo, il nostro Paese si troverà in una situazione di svantaggio rispetto ai suoi concorrenti.


27.  In definitiva, da dove provengono i profitti di Uber, visto che la app è gratuita ?  E per le tasse, cosa si può dire ?  In realtà, lei ha già spiegato ampiamente come stanno le cose, per esempio nell'intervista Le auto della discordia, apparsa su  "Milano post" di qualche settimana fa.  Vuole aggiungere qualcosa ?

Credo che non ce ne sia bisogno.  Comunque, chi desidera approfondire l'argomento, può andare sul nostro blog, dove troverà ulteriori informazioni.


28.  Uber mette a disposizione borse di studio per giovani laureati particolarmente brillanti nel settore informatico ?

La nostra società è ancora molto giovane e deve quindi affrontare una serie di impegni non indifferenti.  Ritengo comunque che la sua domanda sia legittima e che in futuro si potrà procedere su questa strada.  Uber è un'azienda che punta molto sull'innovazione e sulla creatività ed è disposta ad investire parecchio in questi settori.  I giovani italiani di talento saranno sempre i benvenuti, da noi.


29.  L'Italia ha il triste primato della fuga dei cervelli: scienziati, economisti, manager e professionisti di vario tipo, intellettuali, sono stati costretti ad andare all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, per ottenere il giusto riconoscimento, anche salariale, delle loro competenze e della loro creatività.  Lei si sente parte di questa comunità di 'esuli' ?  E inoltre: negli altri paesi, in particolare USA, in cui ha lavorato, ha incontrato molti   “italiansinfuga"   (è il titolo del magnifico sito di Aldo Mencaraglia), molti talenti  che hanno deciso di abbandonare un Paese incapace di assicurare loro un futuro dignitoso ?

Sì, sicuramente, sono andata via pensando che altrove avrei trovato migliori opportunità lavorative, che premiavano la mia intraprendenza con sistemi molto meritocratici.  In più, i salari non sono neppure lontanamente comparabili con quelli italiani.  Ti puoi subito mantenere da solo, anche con il tuo primo lavoro, il che è giusto.  Negli altri paesi ho incontrato tanti Italiani che vogliono tornare in Italia solo per le vacanze, ma per la carriera rimangono all'estero.



30.  Per finire, vogliamo cercare di chiarire quali sono i punti di forza di Uber e quali, invece le eventuali situazioni non ancora consolidate ?

Punti di forza:
a.  innovazione continua;
b.  servizio impeccabile e offerte esclusive a clienti con esigenze particolari e disposti a spendere;
c.  ottima accoglienza da parte dei clienti, testimoniata tra l'altro dall'altissimo numero di quanti hanno firmato la petizione indirizzata al sindaco di Milano.  Questo dipende anche dal fatto che al centro della nostra attività noi poniamo il cliente e la sua piena gratificazione.  Alla fine di ogni corsa, i clienti sono invitati ad esprimere un giudizio sul trattamento che hanno ricevuto e soprattutto sull'autista, sul suo grado di cortesia e sulla sua professionalità.  Gli autisti più premiati dai clienti sono presi in considerazione dalla società per dei benefici  (come mi sembra giusto), per cui ogni autista ha tutto l'interesse a dare il meglio di sé.
d.  Uber crea occupazione e offre maggiori opportunità di guadagno agli NCC  (negli Stati Uniti anche ai taxi);
e.  riduce l'uso delle macchine private e quindi contribuisce a contenere i problemi drammatici del traffico urbano e dell'inquinamento ambientale, anche perché tutte le vetture che lavorano per Uber sono nuovissime e comunque rispettano pienamente la normativa europea sulle emissioni inquinanti.
f.  tracciabilità dei guadagni degli autisti  (non si può dire lo stesso, purtroppo, per parecchi tassisti, anche se la categoria è sottoposta agli studi di settore);
g.  flessibilità sul lavoro degli autisti;
h.  campagne promozionali, in cui offriamo corse gratis e comunque con sconti molto alti;
i.  successi nelle controversie innescate da concorrenti che volevano impedire l'attività di Uber.
Per quanto riguarda le eventuali vulnerabilità, forse potremmo rendere ancora più ricco di contenuti il sito in italiano, anche se già adesso mi sembra abbastanza adeguato.  D'altronde, nei nostri profili sui social networks, i clienti hanno l'opportunità di seguirci anche in lingua italiana e possono tranquillamente inviarci un'e-mail, senza dover perdere tempo a telefonare.


31.  Per cercare di porre fine a questa  'guerra'  tra voi e i tassisti, che cosa si sentirebbe di dire a questi ultimi ?

La guerra è in buona parte un'invenzione dei media.  Noi e i tassisti potremmo benissimo esistere insieme e non soltanto a Roma, ma anche in altre città italiane.  I tassisti, ma anche gli NCC, con cui noi lavoriamo, possono coesistere tranquillamente assieme a noi, perché hanno clientele diverse.

giovedì 25 luglio 2013

Bicicletta: è sufficiente per risolvere il problema del traffico a Roma ?


di  A. Lalomia

La passione per la bicicletta del nostro sindaco è nota, ed è uno di quegli aspetti della sua personalità che forse gli hanno permesso di stravincere alle ultime elezioni amministrative.  
Credo però che in una città come Roma, l'uso di questo mezzo di trasporto, ancorché auspicabile, non possa andare oltre determinate aree, in particolare quelle del centro storico e di alcuni quartieri periferici.  D'altronde, non si può certo pretendere che una persona anziana o con problematiche fisiche  (soprattutto motorie, ma anche cardiopatie)  possa servirsi della bicicletta per muoversi.
In questo  video, Marino  -intervistato mentre pedala su un tandem modificato-  parla del suo progetto di estendere l'uso della bici quanto più possibile, in modo da ottenere in pochissimi anni una riduzione dell'utilizzo delle vetture private di almeno il 20 %.   Secondo le cifre fornite dal sindaco, a Roma, ogni 1.000 adulti, esistono quasi 980 autovetture, contro le 350 di Londra. Sono dati apocalittici, che danno la misura della drammaticità della situazione traffico nella Capitale.  Anche perché alle autovetture, bisogna aggiungere circa un milione di scooter e moto, e comunque veicoli a due ruote su gomma che ogni giorno circolano per la città.
Il nostro primo cittadino si impegna ad incrementare il servizio pubblico di linea, proprio per incentivarne l'uso e quindi il 'riposo' delle auto private.
Gli auguro di riuscire nel suo piano, anche se mi permetto di osservare che, forse, oltre a questi due strumenti, bisognerebbe introdurre qualche riforma pure a livello di taxi, e in genere di trasporto pubblico non di linea  (quindi NCC e aziende come Uber), consentendo solo a loro la circolazione all'interno del centro storico.  
Per quanto riguarda i taxi, visto che la materia è di pertinenza del Comune, sarebbe necessario ridefinirne le tariffe, abbassandole e creando forme di abbonamento analoghe a quelle per i bus, nonché facilitazioni riservate agli anziani, ai disabili e a quanti comunque si trovano in condizioni di svantaggio fisico.  Non sarebbe male, inoltre, pensare anche a qualche forma di taxi sharing.  Il Comune ha appena ricevuto dalla Regione Lazio un finanziamento di quasi un miliardo di €:  perché non utilizzare almeno una parte di questa somma per mettere in pratica quanto ho scritto ?
Il taxi, con le modifiche che ho indicato sopra  (e in particolare facendo scattare il tassametro, con la tariffa di base, dal momento in cui il cliente entra in vettura),  potrebbe diventare lo strumento decisivo per sconfiggere il traffico e per rendere Roma più vivibile, evitando così che il 41 % dei residenti continui a pensare quello che è appena emerso da una recente indagine del Censis  Un'agenda urbana per Roma. : e cioè scappare da una città che ormai sembra essersi trasformata in una trappola.
L'investimento sulla mobilità ciclabile va fatto, per una città unica al mondo come Roma, con grande discrezione.  
Quando il sindaco dice che l'intero governo danese va in bici, ha ragione, ma spero che non voglia paragonare un piccolo, ancorché delizioso, paese in miniatura come la Danimarca (5.500.000 abitanti circa)  all'Italia, e  Copenhagen  (poco più di mezzo milione di abitanti e per di più situata su un'isola)  a Roma.
Vorrei concludere questo post osservando che, comunque, oltre che dal nostro primo cittadino, l'entusiasmo per la bicicletta, come emerge dai filmati che propongo, è condivisa  (per citare solo alcune personalità)  anche da Matteo Renzi  (sindaco di Firenze),  Piero Fassino   (sindaco di Torino), Attilio Fontana (sindaco di Varese)   e dal Pontefice.  Sotto, infatti, il video in cui Marino parla del suo colloquio con il Papa, che lo ha invitato a continuare a servirsi della bicicletta per spostarsi in città.




Di seguito, invece, il filmato in cui il sindaco spiega significato e obiettivi del suo progetto di pedonalizzazione dei Fori Imperiali.



mercoledì 24 luglio 2013

Ladri di anime: trovato il deposito ?



di  A. Lalomia
           
In un post del 30 giugno 2013  1, riportavo  la notizia del furto di arredi funebri sacri avvenuto il giorno prima nel cimitero Verano di Roma, furto che era seguito ad altri verificatisi in precedenza sia nello stesso camposanto che nel cimitero di Prima Porta.
È di ieri la notizia che nel corso di un sopralluogo effettuato in una serie di box situati difronte l'ingresso del Verano, la Polizia, oltre a riscontrare diverse e gravi irregolarità  2 , ha trovato 
numerosi oggetti metallici classificabili come arredi staccati da lapidi funerarie.  In definitiva, potrebbe trattarsi proprio del bottino  (almeno di una parte)  frutto delle azioni di sciacallaggio dei predoni di cimiteri. 
Nell'esprimere il compiacimento per la brillante operazione effettuata dalle forze dell'ordine, auspico che l'azione di contrasto nei confronti delle iene che si aggirano furtivamente di notte nei cimiteri alla ricerca di tombe da razziare, prosegua senza sosta e sia seguita da sanzioni esemplari.
I profanatori di sepolcri dimostrano il più assoluto disprezzo per uno dei cardini su cui si fonda una società  -il rispetto dei defunti- , e come tali vanno trattati.
Anche perché i furti dei cimiteri non sono una prerogativa di Roma.  Come si evince da questi filmati, il fenomeno riguarda anche altre città italiane  (per limitarci solo al nostro Paese) e i responsabili, a quanto pare, sono soprattutto cittadini stranieri.  L'obiettivo è quasi sempre quello: il rame, il cui valore aumenta ogni giorno di più.  D'altra parte, non mancano i furti dei fiori  (almeno quelli pregiati)  e addirittura dei lumini.  E c'è di peggio: a volte, i criminali aggrediscono, all'interno del camposanto, chi va a rendere omaggio a una persona cara, per derubarla magari della collanina d'oro che porta al collo.  Da questi e da altri video emerge una richiesta pressante: quella di una maggiore sorveglianza all'interno di tali aree.











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Note

1   Ladri di anime .


2   Per esempio, box trasformati in abitazioni e in attività commerciali. 

lunedì 15 luglio 2013

Trasporti pubblici: Montréal meglio di Roma.


di  A. Lalomia

La simpatica coppia di romani che ha deciso di stanziarsi a Montréal  1 , ci regala, attraverso il suo blog, un bel post sui trasporti cittadini, sia pubblici che alternativi.
La capitale del Québec  2   è fornita di un'ampia rete di trasporti, che comprende bus (196 linee diurne e 23 notturne), metro (quattro linee, per un totale di 66 km), treno e taxi.  Molto usata  (ovviamente quando le condizioni atmosferische lo permettono)  la bici, con diversi punti riservati al bikesharing. 
A quanto si capisce, i servizi sono abbastanza efficienti, con tariffe diversificate a seconda delle esigenze.   
I taxi, poi, nel complesso sono più economici che a Roma, in particolare per i collegamenti con l'aeroporto (Trudeau) : 40 $ canadesi  (un $ canadese vale circa 0,74 €), contro la cinquantina di € in vigore a Roma. Buoni anche i tempi di attesa della vettura, che risultano più contenuti rispetto a quelli di Roma.  

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Note

1   V.  Fuga da Roma. , del 29 maggio 2013.     

2   Vale la pena ricordare che Montréal si estende su una superficie di circa 365 km quadrati, contro i 1.300 km quadrati di Roma  (più di New York, che misura 774 km quadrati)  e ha 1.650.000 abitanti, a fronte dei circa 2.7000.000 residenti nell'Urbe  (residenti, perché tra pendolari, clandestini e turisti, secondo alcuni si arriva a quasi quattro milioni, anche se una stima attendibile è difficile da fare).  Qui  per un approfondimento sul tema oggetto del post. Qui, invece, per un confronto con la situazione della metro  (in particolare la "C", ancora virtuale)  di Roma.  Chi vuole conoscere un po' di storia sul servizio dei taxi a Montréal, può visitare questo blog.