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domenica 30 giugno 2013

Ladri di anime.


di  A. Lalomia

Si  stenta a credere a certe notizie, tanto sono espressione di un animo vile e scellerato.   
E ancora più forte è lo sgomento, quando si apprende che questi episodi si sono già verificati in passato.
La profanazione dei sepolcri meriterebbe, da parte delle autorità, sanzioni adeguate e corrispondenti al sacrilegio compiuto.
Ma meriterebbe anche, forse, una maggiore vigilanza, per evitare che si ripetano atti del genere.

giovedì 27 giugno 2013

Roma capitale dell'illegalità ?


di  A. Lalomia

La domanda del post mi sembra pertinente, tenuto conto del filmato che propongo ai lettori.
Il giro di affari innescato a Roma dai turisti si aggira sugli otto miliardi l'anno, un'opportunità favolosa, per i commercianti e in genere per l'intera città  (non si sa per quanto tempo ancora, visto il modo in cui a volte vengono trattati i turisti).  Il problema è rappresentato dal fatto che non sempre chi opera in questo settore  segue le regole: abusivi e venditori ambulanti si contano a centinaia, sono sparsi per tutta la Capitale  (con particolare riguardo, ovviamente ai maggiori siti archeologici)  penalizzando tra l'altro i commercianti che rispettano la normativa. 
I venditori ambulanti sono piazzati tranquillamente in molti dei punti della Capitale in cui per legge non potrebbero rimanere, addirittura sulle strisce pedonali;  non rilasciano ricevute; realizzano profitti mensili da star musicale; propongono di venderti la licenza a cifre incredibili. Da manuale, a questo proposito, le parole dell'ambulante che è disposto a cedere la licenza all'intervistatore del servizio a due  (dicasi due)  milioni di €, come se fosse la cosa più naturale e scontata del mondo. Anzi, aggiunge, a quel prezzo, gliela regala.  E allo stupore dell’intervistatore, precisa che quella licenza, in realtà, non ha valore, perché è una licenza  “papale”.   
Vale la pena di aggiungere che le concessioni per esercitare il commercio ambulante  vengono rilasciate dal Comune, e dalle altre amministrazioni locali abilitate, ad un prezzo che oscilla intorno ad un centinaio di €  mensili  (ma anche meno).   Un solo esempio: un camion bar difronte al Colosseo paga al Comune una tassa di 1.115,00 €  all'anno, circa tre € al giorno, un canone definito giustamente irrisorio  (e prima del 2010 la somma era addirittura il 
30 % in meno), anche perché, in un solo giorno, quel camion riesce a realizzare profitti per almeno 1.000,00 €.  Le bancarelle di souvenir, poi,  pagano soltanto 318,00 €  all'anno, meno di un € al giorno e i guadagni non sono certo da negozietto di periferia.  Le concessioni a volte risultano a prezzi talmente stracciati, che sono gli stessi ambulanti a chiedere di pagare di più all'ente locale da cui le hanno ottenute.          
D'altra parte, non è tutto rose e fiori: il commercio ambulante, oltre a costituire una realtà che interessa circa 180.000 aziende familiari  (in tutta Italia), per un totale di almeno 350.000 addetti, non sempre naviga in buone acque e in qualche caso, anzi, rischia di essere penalizzato fortemente dalle direttive comunitarie, come dimostra quest'altro video realizzato dalla CISL.        

Riflessioni su un post.



di  A. Lalomia

Il mio post   Taxi e Uber si fronteggiano a suon di petizioni   ha raggiunto in pochissimi giorni un numero di letture significativo, segno che il tema è di grande attualità e coinvolge diversi soggetti, a partire ovviamente dai tassisti.  Il post è stato votato più volte con l'opzione Google + , ha incontrato un certo gradimento su Facebook ed è stato commentato in modo favorevole da diversi tassisti con cui ho parlato.  Anche loro, pur esprimendo qualche riserva su Uber per i motivi già indicati nel post, si sono dichiarati d'accordo sulla necessità di introdurre in questo settore elementi di concorrenza, che abbattano i prezzi, migliorino il servizio, creino nuovi flussi di clientela e quindi, nello stesso tempo, offrano maggiori opportunità di guadagno e l'occasione, a chi vuole diventare tassista, di realizzare il suo progetto.  
Quasi tutti gli interessati si sono mostrati scettici sul fatto che Uber possa togliere lavoro ai tassisti, proprio perché, come io stesso ho ricordato più volte, la società americana si rivolge ad una categoria di clienti di fascia superiore, senza problemi di soldi, che vuole andare in giro con macchine di lusso  (comprese le Ferrari).  Qualcuno, addirittura, mi ha confessato che non gli dispiacerebbe prestare servizio anche per Uber, per integrare quanto guadagna come tassista.
Tutto questo, in definitiva, conferma la sostanziale inutilità della campagna che una parte del mondo dei taxi sta portando avanti da mesi contro Uber, talvolta con toni decisamente aggressivi e incivili. 
Parecchi tassisti sostengono che Uber viola alcune leggi del settore, ma tali accuse sono respinte dai responsabili della società californiana.  Anche a New York l'azienda era stata accusata di non osservare la normativa, e il sindaco Bloomberg aveva addirittura sospeso il servizio.  Poi, però, è stato costretto a fare marcia indietro, a seguito di una sentenza del tribunale.  E d'altronde: siamo sicuri che tutti i conducenti di taxi rispettino leggi e regolamenti ?  Siamo sicuri che tra loro le pecore nere non manchino e che con il loro comportamenti gettino fango sui colleghi onesti e gentili con i clienti ?  Al di là dell'esperienza personale che ciascuno di noi può citare , basta fare un giro in rete per trovare siti con dovizia di particolari su episodi quantomeno deplorevoli  (che comunque ritengo non rappresentativi della categoria). 
Ribadisco per l'ennesima volta che i tassisti, anziché portare avanti la crociata contro Uber (e società analoghe), dovrebbero lottare per avere dal Comune e dal Governo quelle agevolazioni e quei supporti che finora non hanno ottenuto e che ho cercato di riassumere in più circostanze.  Penso ad esempio al prezzo del carburante; alle polizze assicurative  (che per loro raggiungono cifre proibitive);  alla manutenzione dell'auto;  all'acquisto di una nuova vettura, magari dotata dei dispositivi per il trasporto dei disabili carrozzati  (non meno di 30.000 €);  alla vigilanza sul prezzo delle licenze, introducendo una specie di calmiere  2 ;  ai parcheggi;  alle corsie preferenziali;  alla possibilità di far circolare la macchina 24 h su 24  (alternandosi alla guida il titolare e persone di fiducia provviste dei requisiti sanciti dalla Legge);  alla possibilità di rimanere nel piazzale della Stazione Termini senza essere cacciati dai vigili o addirittura multati per divieto di sosta;  alla possibilità di avere gratis un dispositivo collegato al tassametro per il rilascio automatico della ricevuta, in modo da evitare le solite discussioni con i clienti;  alla possibilità di aumentare il numero di pattuglie della polizia municipale che contrastino il fenomeno degli abusivi.  L'elenco potrebbe continuare, ma mi fermo qui.  Ancora una volta: che cosa aspettano i tassisti a chiedere tutto questo ?  Che cosa aspettano ad esigere le garanzie che permettano loro di vivere in modo più sereno ?  

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Note  

1   Un'esperienza che, accanto a molti autisti onesti, cortesi, collaborativi e disponibili al dialogo, presenta anche figure poco raccomandabili, in particolare sotto il profilo del linguaggio.  D'altronde, al di là del linguaggio  (che comunque non è da sottovalutare), credo che qualcosa vorranno dire i risultati dell  'Euro test 2011.  Su ventidue città prese in esame, Milano si è piazzata al quarto posto nella graduatoria generale  (una posizione non disprezzabile), che però diventa l'undicesimo nel giudizio sul comportamento del conducente.  Per Roma, i parametri sono più delicati: è arrivata penultima nella classifica generale e ultima per il giudizio sul conducente.


2   So di aspiranti tassisti che sono stati costretti a vendere la casa e ad indebitarsi fino al collo, per poter comprare la licenza.  È normale tutto questo ?   D'altra parte, per chi ha acquistato la licenza a una cifra folle e  intende rivenderla, il calmiere dovrebbe essere accompagnato da una giusta integrazione, che non penalizzi l'interessato.

lunedì 24 giugno 2013

Iniziative per il settantesimo anniversario della razzia al Ghetto di Roma.


16 ottobre 1943: un momento della razzia,

di  Felice Cipriani

Quest'anno ricorrono i 70 anni della razzia al Ghetto di Roma  (16 ottobre 1943)  e della deportazione di più di mille ebrei 1 , finiti quasi tutti ad Auschwitz.  D'intesa con le Ferrovie, il 16 e il 17 ottobre saranno promosse alla Stazione Tiburtina, lo scalo ferroviario da cui i tedeschi, durante l’occupazione della città  (settembre 1943-giugno 1944),  facevano partire i convogli dei deportati, una serie di iniziative. Tra l'altro, verranno ricollocate in sede le targhe lapidi che ricordano il sacrificio del ferroviere Michele Bolgia  2 -Caposala della Stazione, che durante la notte apriva i vagoni per far fuggire i prigionieri-  e la deportazione degli ebrei.                                                                                                               Come “Impegno Civile”  (di cui faccio parte), il 27 gennaio di quest’anno abbiamo organizzato un'iniziativa alla Stazione Tiburtina per reclamare la ricollocazione delle lapidi, rimosse per i lavori di riammodernamento della stazione.  Il  “Corriere della Sera”  ospitò una mia lettera di protesta. Per la sua attività a favore dei deportati, Michele Bolgia è finito alle Fosse Ardeatine  e il Capo dello Stato, il 19 luglio del 2010,  gli ha concesso la medaglia d'oro al Merito Civile alla Memoria.  La decorazione è frutto soprattutto dell'impegno del capitano della Guardia di Finanza Gerardo Severino, che ha pubblicato un libro proprio su Michele Bolgia,  L’angelo del Tiburtino, realizzato grazie alla documentazione da lui trovata sul ruolo del ferroviere nell’ambito dell’attività anti-tedesca svolta da un gruppo di finanzieri partigiani.                                                      
Da parte mia, nel 2009, nel presentare il mio libro  Roma !943- 1945 Racconti di Storia e Lotta di Liberazione,  sottolineavo che a Michele Bolgia il Movimento della Resistenza e la storiografia ufficiale non avevano riservato adeguato spazio  (così come ad altri eroi pressoché sconosciuti che si sono sacrificati per la salvezza di ebrei e di quanti erano caduti nelle mani dei tedeschi e dei fascisti). È un progetto complesso, che vedrà la partecipazione dell'ANPI, dell'ANED, del DELF, della Comunità Ebraica, di Impegno Civile.  Cercherò di tenere aggiornati i lettori di questo blog sugli sviluppi delle iniziative, auspicando sin d'ora una forte partecipazione, perché riguardano una delle pagine più gloriose della Resistenza romana.

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Note  (di  A. Lalomia)
  
 1  Per l'esattezza 1.024.  Riuscirono a tornare soltanto in sedici  (quindici uomini e una donna). Sul rastrellamento al Ghetto, v. anche questo video . Per l'attentato di via Rasella e la strage delle Fosse Ardeatine, si rimanda a questo filmato,   

2   Su Michele Bolgia, cfr. anche Ugo Forno: il giovane eroe dimenticato. Intervista a Felice Cipriani sul suo  "Il ragazzo del ponte".

sabato 15 giugno 2013

Ricordando Ugo Forno.


 Felice Cipriani  (primo da destra)  alla cerimonia dell'8 giugno 2013.

di Felice Cipriani

Sabato 8 giugno, nel giardino di Via Pietro Mascagni  (angolo via Luigi Mancinelli) si è commemorato Ugo Forno.         Ho individuato questo  luogo come quello dove Ugo combattè contro i sabotatori tedeschi.  Studiando le carte del 1937 e 1947, leggendo la dichiarazione del tenente Giovanni Allegra e le testimonianze dei coloni Antonio Guidi e Luciano Curzi, sono  arrivato a questa conclusione.  
Infatti, nell'attuale via Mancinelli, si trovava il vicolo del Pino e il casale in cui Ughetto incontrò i coloni e li invitò a combattere con lui.
 Da sinistra: F. Forno, M. Bandinelli e L. Grassi.
Presenti alla cerimonia, oltre al nipote Fabrizio Forno, Lorenzo Grassi (organizzatore dell'incontro)  e  il Presidente della Lega Ambiente, Maurizio Gubiotti, nonché  Lorenzo Parlati,  della stessa associazione.
Una grande sorpresa è stata la presenza dell'Arch. Massimo Bandinelli, compagno di classe alle medie di Ughetto.  Pur avendo conosciuto il prof. ed ex senatore Angiolo Bandinelli, fratello di Massimo, per la redazione del libro Il Ragazzo del Ponte 1 , e aver ricevuto da questi delle testimonianze su quanto avvenuto il 5 giugno del 1944, non sapevo che Massimo fosse stato compagno di classe di Ughetto.
Bandinelli ha raccontato alcuni episodi relativi a quel periodo e spiegato il carattere di Ughetto.  Il suo intervento  si può seguire sul sito  www.ugoforno.it   2
Lorenzo Grassi ha affisso dei cartelli con su scritto  “Giardino Ugo Forno, Medaglia d'oro al Merito Civile alla Memoria”. Maurizio Gubiotti, Fabrizio Forno, Lorenzo Grassi e io stesso ci siamo soffermati sulla figura di Ughetto e sul ruolo della Resistenza nel quartiere Trieste Salario.
Per quanto mi riguarda, ho chiesto a Massimo Bandinelli di poterlo incontrare di nuovo per un'intervista.
Nello stesso tempo, ho denunciato la latitanza del Tgr Lazio, che negli ultimi tre anni non ha mai fornito alcuna notizia su Ugo Forno e su tutte le iniziative che si sono svolte per ricordarlo.
Un silenzio ingiustificabile, a cui per fortuna hanno fatto da contrappeso le numerose e convinte partecipazioni ai diversi eventi che sono stati organizzati per mantenere viva la memoria del piccolo eroe e per proporre la sua figura come magnifico esempio di amor patrio. A questo proposito, vorrei ricordare almeno l'importantissima nota dell'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, che ha definito la cerimonia dell'8 giugno  "un'occasione per non dimenticare il sacrificio di Ugo Forno".  Inoltre, vorrei aggiungere che allievi e docenti della S.M.S. "Sinopoli"   hanno già raccolto 500 firme per chiedere al sindaco di Roma di intitolare a Ugo il giardino di Via Mascagni  (la stessa strada in cui si trova l'istituto).          

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Note  (di  A. Lalomia)

1   V. le interviste apparse su  "Scuola e università".  Cfr. inoltre  Ignazio Marino: omaggio a Ugo Forno. .

2   V. la pagina  "Iniziative in memoria" .

mercoledì 12 giugno 2013

Taxi e Uber si fronteggiano a suon di petizioni.



di  A. Lalomia

Continua il braccio di ferro tra Uber e le compagnie di taxi.
La prima, di fronte alle accuse che le vengono rivolte di violare la normativa in materia di trasporto pubblico non di linea, ha deciso di coinvolgere i clienti, chiedendo loro di firmare una petizione  che invita il sindaco di Milano a dichiarare legittimo il servizio svolto dalla società americana.
Le seconde, ovviamente, premono per il contrario, forti delle leggi che regolano il settore.  Qui  la loro petizione, che ha già raggiunto le cinquecento firme.
Per le cooperative dei tassisti, com'è noto, Uber viola alcuni punti della legge 21/1992 e, per quanto riguarda Milano, della legge regionale 11/2009.  Le criticità maggiori, sostengono, sono due:   1. il divieto di stazionare sul suolo pubblico per le macchine NCC;   2. il prezzo della corsa che, a differenza di quanto accade con gli NCC,  non viene concordato preventivamente con l'utente.
A me sembra comunque che questa vicenda dimostri ancora una volta la scarsa capacità di parecchi tassisti  (non di tutti, è chiaro)  di accettare la libera concorrenza.                                            Oltretutto, a ben vedere, la questione non avrebbe neppure motivo d'essere, visto che Uber si rivolge ancora ad un pubblico di fascia alta o addirittura altissima. 1   La società americana offre servizi di qualità superiore rispetto a quelli proposti mediamente dai tassisti  (basti pensare alle limousine fiammanti e agli autisti in giacca e cravatta che ti aprono lo sportello della vettura), servizi che però costano e non sono certo alla portata di tutte le tasche.                                               D'altronde, anche il mondo dei taxi si sta attrezzando con nuove tecnologie per competere con le società più agguerrite.  Vorrei citare almeno  www.newtaxi.it, per ora disponibile soltanto a Roma e con un numero di auto piuttosto modesto  (poco più di centocinquanta).
Come ho già avuto modo di scrivere, io credo che i tassisti  (e ne ho incontrato di eccellenti), anziché perdere il loro tempo in polemiche che lasciano il tempo che trovano, debbano pretendere dal Comune e dal governo tutte quelle facilitazioni in grado di rendere il loro servizio veramente accessibile a tutti, a cominciare dai disabili.  A fronte del deserto totale, in tema di servizi, che una città come Roma offre ai disabili, i tassisti potrebbero diventare i loro angeli custodi, gli unici in grado di prendersi cura di loro, di garantire a migliaia di persone colpite da patologie che impediscono una deambulazione normale, la possibilità di potersi spostare sul territorio senza problemi e a prezzi ragionevoli. Che cosa aspettano a stipulare con le associazioni che tutelano i disabili  (ad esempio FISH)  accordi che garantiscano agli iscritti sconti significativi per muoversi in città, soprattutto se devono recarsi nei luoghi di cura ?  Che cosa aspettano ad instaurare con il singolo cliente disabile un rapporto di fiducia, basato sul rispetto e la collaborazione, che assicuri al tassista un introito certo e al disabile la possibilità di vivere in modo quasi normale senza dover spendere cifre terribili per spostarsi sul territorio ?  Si rendono conto i tassisti della gratitudine che riceverebbero dai disabili ?  Si rendono conto che sarebbero considerati dai disabili i loro salvatori, appunto, i loro angeli custodi ?
D'altra parte, io ritengo che Roma sia una megalopoli talmente sterminata e così carente di mezzi pubblici  (bus, tram, metro, ferrovie urbane e regionali), che ci sia posto per tutte le società private che offrono servizi di trasporto su gomma: taxi, NCC, Uber, Your Personal James e altre aziende che si stanno preparando per entrare nel mercato.
Le cooperative di taxi dovranno affrontare la concorrenza, ma dallo loro hanno almeno due punti di vantaggio: 
a. la stragrande maggioranza dei romani ignora sia l’esistenza dei servizi NCC che di quelli offerti da Uber e simili;
b.  il loro parco macchine  -soprattutto se ci si riferisce a cooperative come 3570 e  6645-  è decisamente superiore a quello delle società ricordate sopra  (3570 dispone di circa 3.700 auto e si pone al vertice del settore, sia a Roma che a livello nazionale). 2
Se non penseranno ad adattarsi al mercato, proponendo nuovi e più innovativi servizi soprattutto per quelle categorie non così ricche da potersi permettere un maggiordomo alla guida di una Mercedes, ma neanche tanto malmesse da dover prendere l’autobus  (su cui comunque spesso non potrebbero neppure salire, perché le loro condizioni fisiche non lo permettono), le cooperative dei taxi saranno in ogni caso penalizzate dalla concorrenza, quella esistente e quella futura  (penso ad esempio ai cinesi, già oggi padroni di una fetta rilevante del commercio capitolino).
Anziché mobilitarsi contro Uber, perché non chiedono al Comune quello che ho già ricordato in un post recente ?  E perché  (per aggiungere almeno un'altra richiesta)  non pretendono  dai loro Call Center una maggiore efficienza?  È  mai possibile che il cliente, dopo aver composto il numero della compagnia, debba aspettare al telefono per quasi dieci minuti prima che rispondano ?  Ed è possibile che lo stesso cliente, dopo aver comunicato la sua posizione, debba attendere altri dieci minuti prima che gli facciano sapere che sta arrivando un taxi ?  Tutto questo quando nelle vicinanze esistono almeno due parcheggi con autisti che aspettano magari da un'ora una chiamata.  A chi serve un Call Center che funziona in questo modo ?  Certo non al cliente.  Ma non serve neanche al tassista, che pure paga fior di abbonamento per avere la radio nella vettura.  

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1   I prezzi praticati da Uber in genere sono superiori del 30 %  rispetto a quelli dei tassisti, anche se, come evidenzio sopra, la qualità del servizio è spesso migliore.  D'altra parte, nei giorni di sciopero dei mezzi pubblici   (a Roma almeno quattro volte al mese), Uber assicura sconti interessanti sul prezzo finale.


2    Per inciso, Uber non fornisce alcun numero di telefono, come si apprende dal suo sito:  (" We do not currently have a phone number, but we respond quickly to email and tweets...".)  , il che non mi sembra particolarmente pratico.  

domenica 9 giugno 2013

L'Ambasciata degli Stati Uniti ricorda il sacrificio di Ugo Forno, mentre le autorità romane dimenticano l'importante ricorrenza.


 L'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma.

di  A. Lalomia

Con un comunicato ufficiale, l'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma 1  ha espresso la sua partecipazione alla cerimonia commemorativa della scomparsa di Ugo Forno, il piccolo eroe romano che con il suo sacrificio il 5 giugno 1944 impedì ai tedeschi di distruggere il ponte ferroviario sull'Aniene.
Cerimonia dell'8 -06-13. Da sinistra:
F. Forno, F. Cipriani e M.Bandinelli.
La cerimonia si è svolta sabato 8 giugno a Roma  2, nel giardino di Via Pietro Mascagni, vicino al luogo in cui avvenne lo scontro a fuoco.
La dichiarazione dell'Ambasciata si trova anche sulla sua pagina Facebook.  
Nessuna nota, invece, dalle autorità capitoline.
Non credo che siano necessari commenti.

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 Note

1   Su Ugo Forno, cfr. il materiale presente su Scuola e università.


2  Per i particolari, v. il magnifico sito  www.ugoforno.it . 

giovedì 6 giugno 2013

Che si fa oggi? Si sciopera.



di  A. Lalomia

Qualche giorno fa 
1  ho pubblicato un post in cui lamentavo il fatto che a Roma gli scioperi nei trasporti si verificano quasi sempre il venerdì.
Temo di aver dimenticato qualcosa. Avrei dovuto scrivere  "il venerdì, il lunedì e in genere nei giorni pre-festivi o post-festivi".
E infatti, lunedì 3 giugno, ulteriore sciopero nei trasporti pubblici, il terzo in tre settimane  2 .  Come di consueto, "sono garantite le fasce orario di garanzia", la solita amenità per cercare di tenere buoni gli utenti.
Fatte salve le ragioni per cui scioperano, i dipendenti che incrociano le braccia dovrebbero rendersi conto che in questo modo fanno un regalo ai vertici delle società di trasporto.  I quali vertici possono scaricare su di loro il malcontento e la rabbia che iniziative del genere inevitabilmente provocano nella popolazione.
Se autisti, tecnici e amministrativi intendono veramente sensibilizzare l'opinione pubblica romana sulle condizioni di precarietà in cui lavorano, potrebbero e dovrebbero scegliere altre strade, meno traumatiche per la cittadinanza.
Anche perché, continuando con questi metodi, rischiano di andare incontro ad inconvenienti di carattere legale promossi dalle associazioni che tutelano gli interessi dei consumatori e degli utenti, come ad esempio il CODACONS, anche per il danno patrimoniale arrecato agli abbonati ai servizi di trasporto pubblico di linea  (bus, tram e metro). 

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Note

1    È  venerdì: oggi si sciopera, pubblicato su questo blog il 25 maggio 2013.

2   I precedenti scioperi si sono svolti il 13 e il 24 maggio.

mercoledì 5 giugno 2013

Sondaggi.


di  A. Lalomia


Aggiornata l'area dei sondaggi, con domande sulla polemica tra i tassisti e Uber e, più in generale, sul servizio offerto dai primi.

lunedì 3 giugno 2013

Una proposta per migliorare la qualità della vita a Roma.



di  Ignazio Vasta

La qualità di vita della città di Roma è sempre più scadente.

Uno dei problemi principali è sicuramente il traffico, che ormai non ha neanche più orari. Una volta si parlava di ore di punta, di picco, ecc.: oggi, invece, a qualsiasi ora, tranne la notte, si è “schiacciati” da smog e da infiniti minuti di attesa tra un’automobile e l’altra.   
Di idee se ne sentono tante da anni, da parte di pseudo-politici che propongono altrettanto pseudo-piani per conquistare simpatie e voti.  Di questi piani, però, subito dopo le votazioni si perde ogni traccia.
La tecnologia, l’informazione, la buona volontà, abbinate a qualche intuizione valida possono dare una grossa a mano, a mio parere.                                              
Per esempio, si potrebbero sfruttare blog, social network  (quindi materiale completamente gratuito)  per mettere in atto e organizzare qualcosa di veramente utile e costruttivo. Un esempio?  Eccolo: in un’automobile possono entrare quattro persone, che però in genere utilizzano quattro macchine per recarsi al lavoro tutti i giorni.  Con un piano ben calibrato  (ricorrendo appunto ai blog, ai social network, ecc.)  si potrebbero creare dei “viaggi di gruppo pendolari organizzati”  (chiamiamoli così…).  Quante persone che non si conoscono effettuano lo stesso percorso tutti i giorni?  Da 100 automobili che coprono lo stesso percorso si potrebbe arrivare a 25 automobili (con quattro persone a bordo, ovviamente), 1000 vetture si potrebbero ridurre a 250 !
I quattro “automobilisti organizzati” metterebbero a disposizione la loro automobile una volta a settimana agli altri tre; in questo modo, nel giro di un mese (e quindi quattro settimane più o meno) si utilizza l’automobile di tutti e quattro, con un notevole risparmio anche della propria macchina (gomme che si consumano meno, ammortizzatori che si usurano meno, ecc.) che, conti alla mano, sarebbe utilizzata solamente per una settimana al mese!
La realizzazione di un simile progetto non è difficile, anche se appare “futuristica” o adatta soltanto per paesi dove la qualità della vita è mediamente superiore rispetto alla nostra  (penso ad esempio agli Stati Uniti e al Giappone, dove comunque esiste un servizio taxi ben collaudato):  basterebbe solo creare un sito, un blog o un forum per trovare persone che utilizzano lo stesso percorso…
Tra la gente che si serve dei mezzi pubblici, tra chi usa taxi e tra chi utilizzerebbe questo metodo con la riduzione del 75% delle automobili circolanti, la situazione diventerebbe più idonea e più salutare per tutti, romani e turisti !
Questa è solo una proposta, ma meglio suggerire qualcosa e sperare che qualcuno la prenda in considerazione che rimanere a guardare…
L’ex Presidente degli Stati Uniti d’America F.D. Roosevelt disse:  "È   buon senso prendere un metodo e provarlo. Se fallisce ammettilo con franchezza e provane un altro. Ma soprattutto prova qualcosa!" . 

sabato 1 giugno 2013

Ignazio Marino: omaggio a Ugo Forno.


Ignazio Marino

di  Felice Cipriani

Ieri, nel corso di una manifestazione elettorale al Parco Nemorense, il candidato sindaco Ignazio Marino ha reso omaggio alla lapide che ricorda Ugo Forno.  In quest'ambito gli è stato donato il libro  Il Ragazzo del Ponte  1    .
Marino è stato invitato per le iniziative che si svolgeranno mercoledì 5 giugno al Ponte Ferroviario sull'Aniene  2 , alle ore 10.30, e sabato 8 giugno, alle ore 18, al giardino di Via Mascagni, angolo Via Mancinelli.  Spero che possiate partecipare ad entrambi gli appuntamenti.  Io purtroppo il 5 non sarò a Roma, ma mi troverete alla manifestazione del giorno 8. 

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Note  (di  A. Lalomia)

1  Cfr. le  interviste a Felice Cipriani e gli articoli su Ugo Forno apparsi su "Scuola e università".

 2  Su questo ponte, e più in generale sulla vita del giovane patriota romano, cfr. l'ottimo sito www.ugoforno.it .