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giovedì 2 maggio 2013

Uber a Roma, tra aspettative e anatemi.




di  A. Lalomia


Ha sollevato un’ondata di proteste, da parte soprattutto dei tassisti, la decisione di Uber di voler creare anche nella Capitale una sua sede, per offrire ai cittadini i suoi servizi.                            Il motivo della protesta ?  Semplice:  attraverso l’applicazione mobile ideata da Uber, è possibile utilizzare, anche per gli spostamenti urbani, una vettura NCC, ad un prezzo, sostiene la Società, inferiore non solo rispetto a quello del tradizionale servizio NCC, ma anche a quello praticato dai tassisti.                                                                                                                                                              Cerchiamo di esaminare nei dettagli i vantaggi prospettati dall’Azienda:       
1.  il cliente, una volta scaricata sul suo smartphone la app gratuita, individua la macchina più vicina alla sua posizione, la chiama e chiede un preventivo (l’importo è legato anche alla velocità della vettura). Il cliente paga  -come nei taxi-  l' importo fisso di base  1 , ma per il resto soltanto per il servizio svolto a partire dal suo ingresso nella vettura, senza la spesa aggiuntiva praticata dai taxi per il tempo che intercorre dalla chiamata della cooperativa di appartenenza, al momento in cui il taxi raggiunge il cliente. Vale la pena ricordare che in una megalopoli come Roma questa spesa aggiuntiva può raggiungere anche una quindicina di €:  il cliente, cioè, quando sale sul taxi, ha la sgradevole sorpresa di vedere che il tassametro segna già una quindicina di € . Uber assicura che il tempo medio di attesa di una sua macchina è di cinque minuti, ma anche se fosse un po’ di più il portafoglio del cliente ne beneficerebbe ugualmente.
2.  Sempre secondo la società, il servizio è disponibile 24 h su 24  (e non è poco, se si considera che in un alcune fasce orario a Roma è praticamente impossibile trovare un taxi, soprattutto se piove).
3.  Il pagamento della corsa si effettua on line, tramite carta di credito  (un’opportunità che i tassisti romani non hanno mai preso in considerazione), e in cambio si ottiene una ricevuta vera  (non quel foglietto illeggibile che viene consegnato, ma solo dietro richiesta, al cliente).         4.  Le vetture, appartenendo al circuito NCC, sono mediamente di qualità superiore a quelle dei taxi, più pulite e più confortevoli  (in troppi taxi le sospensioni usurate rendono il viaggio un dramma). 
Tutte le cooperative dei tassisti, come ho scritto sopra, sono scese sul piede di guerra, accusando Uber di violare la legge quadro 21/92 per la disciplina degli autoservizi pubblici non di linea (taxi e noleggio con conducente, NCC), di evadere le tasse, di sfruttare i dipendenti, di fare concorrenza sleale.  Siti come www.taxistory.it e www.noitassisti.com,  e gruppi facebook come Uber, no thankshanno mobilitato gli addetti del settore e i simpatizzanti per sostenere le iniziative  -anche legali-  in corso o programmate per impedire alla società americana di erodere il loro parco clienti.                                                                                      I tassisti hanno naturalmente pieno diritto di difendere i loro interessi e di protestare, però io credo che chiunque conosca minimamente il servizio dei taxi a Roma si rende subito conto che quella di Uber  (ferma restando la perfetta corrispondenza tra le promesse dell’azienda e la realtà)  è un’offerta competitiva, all’interno di uno scenario da incubo come quello della mobilità nell'Urbe.  I conducenti di taxi, anziché boicottare l’iniziativa, dovrebbero trarne spunto per migliorare il servizio e renderlo più accessibile finanziariamente anche alle categorie sociali meno agiate. È evidente che il Comune, in tutto questo, dovrebbe svolgere un ruolo decisivo, adottando per esempio alcune delle proposte che ho espresso tempo fa 2.   
Dal canto suo, il governo dovrebbe andare incontro alle richieste della categoria, introducendo  (o reintroducendo)  quelle agevolazioni  (per esempio sul prezzo del carburante e sull'assicurazione)  che alla fine renderebbero i taxi una concreta alternativa agli autobus e al trasporto su rotaia gestito da FS, in alcune linee  (per esempio nella tratta Roma-Viterbo)  ancora più catastrofico di quello dell'ATAC e della COTRAL.                                                                                                                                    D'altronde, non è detto che Uber e cooperative di taxi debbano porsi necessariamente su due piani contrapposti.  In alcune città nordamericane e canadesi, ad esempio, Uber ha stipulato un accordo con le compagnie di taxi locale, in modo che il cliente, al momento della chiamata, può scegliere un vettura taxi tradizionale  (più economica)  o una limousine  (più costosa).                                                                                                                                            Inoltre, non va trascurata la sentenza del TAR della Toscana del gennaio di quest'anno, sentenza che ha introdotto novità rivoluzionarie nei turni dei tassisti, stabilendo che possono circolare anche 24 h su 24, alternandosi alla guida il proprietario e i suoi dipendenti.
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 Note

1   Per la corsa notturna comunque inferiore a quello previsto per i taxi.

2   V. la pagina "Bibliografia" di questo blog, e soprattutto Modeste proposte di soluzione per l'emergenza traffico. e Roma e i taxi. Un articolo condivisibile. .  Sono sempre più convinto che una vera liberalizzazione del settore creerebbe concorrenza e gioverebbe sia ai tassisti  (in termini di maggiori entrate), sia ai clienti, potenziali e reali (in termini di risparmio).  Più parcheggi per i taxi, tariffe più basse, orari di lavoro più flessibili renderebbero l'uso del taxi un'esperienza quasi comune, non, come accade 
adesso, un'opzione riservata solo a chi possiede disponibilità finanziarie di un certo livello.  Tutto questo, tra l'altro, consentirebbe di cancellare l'immagine poco lusinghiera che molti lettori dell' Euro test 2011 si sono fatti dei taxi di Roma: su ventidue città oggetto dell'indagine da parte di ispettori qualificati, Roma è risultata penultima, mentre Milano figura al quarto posto.  Io credo che i tassisti debbano accettare uno scenario in cui la libera concorrenza, oltre che migliorare il servizio e  abbattere i prezzi, offra anche nuove possibilità di guadagno per la loro stessa categoria.  D'altronde, Uber non è l'unica compagnia ad insidiare le posizioni delle cooperative di taxi: basti pensare a una società come Your Personal James, che si presenta sul mercato con un programma ancora più aggressivo di quello di Uber, promettendo servizi di lusso a tariffe concorrenziali.

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