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mercoledì 4 settembre 2013

GRA di Roma: benvenuti all'inferno.



di  Fulvio Ormando


Puntuale come ogni anno, al ritorno dalle ferie, si ripete il calvario del traffico stradale, in modo particolare di quello sul GRA.
Ogni giorno transita, sul Grande Raccordo Anulare di Roma, più di un milione di automezzi, tra vetture e camion di piccole, medie e grandi dimensioni. Per non parlare dei motociclisti, che sorpassano a destra e a sinistra, incuranti del pericolo.
Il GRA di Roma detiene il triste primato di essere una delle cinque strade più pericolose d'Italia.
Un vero incubo per chi 'sale' sul raccordo: si conosce con esattezza l'ora di entrata, ma resta un mistero l'ora di uscita.
Alcune volte si impiegano 40-50 minuti per coprire solo pochi chilometri;  i soliti furbi o quelli che perdono la pazienza a quel punto sfrecciano sulla corsia di emergenza, veri pirati della strada.
Nonostante il GRA sia ormai tutto a tre corsie, ogni giorno, immancabilmente, si formano ad intervalli regolari lunghe file di tre - quattro chilometri nei soliti punti strategici: uscita Tiburtina, Appia, autostrada Roma-Fiumicino.
Le prime due uscite, in particolare, sono un vero e proprio incubo per gli automobilisti romani, superate quelle poi a volte la circolazione è scorrevolissima.
Il punto è questo: possono progettare anche il raccordo con cinque corsie, ma se gli assessori al traffico  -o chi per loro-  non mettono mano alle uscite, il problema delle code chilometriche sul GRA, non verrà MAI risolto !
È possibile che sull'uscita Appia  (uscita n. 23),  in poche centinaia di metri confluiscano auto e camion provenienti da sette direzioni diverse ? 
Bel progetto, complimenti, perché non è stato ideato un sistema di cavalcavia, come è stato realizzato poco più avanti, all'altezza di via Grotta Gregna?
Chi proviene dai castelli romani ogni giorno è praticamente imprigionato nella propria auto.
Stessa sorte spetta a chi percorre ogni mattina la Cassia, un vero inferno.
Il GRA di Roma stringe la Capitale come una morsa di acciaio, una vera cintura che stritola  e soffoca la città, producendo inoltre una quantità di gas di scarico che inquina notevolmente le zone attigue.
Roma ha una concentrazione di circa 70 auto ogni 100 abitanti, una delle più alte d'Europa, nonché la più alta concentrazione di veicoli su due ruote, circa seicentomila. Sono numeri da città asiatiche, vuoi per il clima mite, vuoi per il tentativo di guadagnare tempo, il tutto con la convivenza delle terribili buche del manto stradale romano.
In definitiva, chi circola ogni giorno con la propria auto a Roma o tenta di entrarvi tramite il raccordo anulare, si trova all'interno di un girone dantesco, dove l'unica difesa è quella di munirsi di tanta pazienza.

lunedì 2 settembre 2013

Avanti, c'è sciopero.


di  A. Lalomia


Gli scioperi nei trasporti pubblici, a Roma, sono diventati ormai una realtà quasi ordinaria, per cui non fanno più notizia.
Quando ho aperto questo blog, mi ero riproposto di segnalarli puntualmente, ma dopo un 
paio di volte mi sono reso conto che si tratta di un'impresa impossibile.  Credo che in nessun'altra città italiana  (e forse europea)  i trasporti pubblici  -che già funzionano male 1 -  si interrompano con una tale frequenza a causa degli scioperi.
Ciò premesso, devo comunque aggiungere che lo sciopero indetto dalle associazioni di categoria per il 9 settembre  -sciopero che tanto per cambiare si verifica di lunedì  (giorno canonico, assieme al venerdì, riservato alle astensioni dal lavoro)-  reca una motivazione a dire poco singolare:  "mancato pagamento del premio di risultato".  2
Credo che ogni commento sia inutile.

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Note

1  E questo malgrado la professionalità e l'impegno di non pochi dipendenti.  Sulla situazione dei trasporti pubblici nella Capitale, cfr. per esempio il post del 18 agosto 2013 su questo blog.

2  Oltretutto, la scelta del 9 settembre non poteva essere più infelice, visto che proprio quel giorno riapriranno molte scuole.
Sotto, due video con le motivazioni di chi ha partecipato a precedenti scioperi nel comparto.




lunedì 19 agosto 2013

Multare i pedoni che entrano nella ZTL ?


 Il giovane multato.

di  A.  Lalomia

A Roma una domanda come quella posta nel titolo sarebbe considerata una provocazione, visto che spesso neanche le autovetture private  (per non parlare degli scooter)  sono oggetto di multa, anche perché le telecamere sono quasi sempre fuori uso.
A Genova, invece, un pedone che portava sulla schiena uno zaino con sopra la vecchia targa di un motorino della madre, si è visto recapitare dalla polizia municipale la multa proprio per essere entrato in una ZTL.
 Il verbale della sanzione.
A questo punto sembra lecito porsi una domanda: possibile che in questo Paese si debba andare da un eccesso all'altro e che la via di mezzo, l'equilibrio, il buonsenso, debbano rappresentare qualcosa da extra-terrestri ?
E ancora: possibile che si debba sprecare in questo modo del denaro pubblico, visto che l'intera procedura sanzionatoria ha pesato comunque sulla normale  attività dell'ente preposto ?
Ma non s'era detto che le amministrazioni locali dovevano cercare di limitare le spese ?  
Per maggiori dettagli su questo incredibile 'abbaglio' burocratico, v. l'articolo del "Corriere mercantile" di Genova, nonché  "La Stampa", da cui sono state tratte le immagini di questo post.

domenica 18 agosto 2013

Quando si parla di senso di vergogna.


di  A. Lalomia


Nella Carta dei servizi ATAC 2013,  l'Azienda ha illustrato la sua offerta   -in termini di qualità del servizio-  per il 2013.  1    Ottimi propositi, che però non sembrano supportati dai risultati. Ogni lettore che conosce bene il funzionamento dei mezzi pubblici di linea a Roma  -perché sconta l'inefficienza di questi servizi pubblici sulla sua pelle-  può giudicare da solo sulla corrispondenza tra queste promesse e la realtà quotidiana.  
Sarebbe interessante sapere se le associazioni di consumatori si sono attivate per chiedere chiarimenti alla società. E questo anche alla luce delle iniziative che alcuni utenti hanno preso, o stanno prendendo, nei confronti dell'azienda.  2  
Ancora più interessante, comunque, sarebbe capire che cosa intende fare il sindaco per ridare credibilità all'azienda stessa e risolvere una situazione che troppe volte sembra lecito definire da Terzo Mondo.
La situazione della mobilità, a Roma, è  arrivata ormai quasi al collasso.
Ed è quantomeno sorprendente che sia lo stesso Comune a smentire le affermazioni ottimistiche dell'ATAC e di altre agenzie del comparto, le quali sostengono che la Capitale, sul piano del trasporto pubblico di linea e della viabilità, non ha niente da imparare, né da altre città italiane, né dall'estero.   Ecco ad esempio che cosa si legge nel rapporto EURES pubblicato nell'aprile 2013, e riportato sul sito dell'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale :  "Il 56,7% dei romani scelgono di utilizzare l’automobile o il motociclo per recarsi a lavoro, motivati da tempi di viaggio inferiori, da spostamenti articolati, dallo scarso comfort dei mezzi pubblici e dall’inadeguatezza dell’offerta riferita alle loro esigenze. ... La frequenza dell’utilizzo del mezzo di trasporto pubblico si correla alla qualità dell’offerta, ancora molto lontana dagli standard europei, dalla quale si contraddistingue però per un costo del servizio all’utenza più contenuto. ...  La Capitale non primeggia, neanche a livello nazionale, per l’ accesso al trasporto sostenibile, il cui livello base è rappresentato dalla mobilità pedonale; infatti, i pedoni romani, che mediamente trascorrono a piedi 30 min al dì, sono insoddisfatti della qualità (presenza di barriere architettoniche, scarsa manutenzione, etc.) e della pulizia delle infrastrutture a loro dedicate.  ...  Fra le proposte: corsie preferenziali per le biciclette, pedonalizzazione dell’area dei Fori e del Colosseo, rete metropolitana di superficie o sopraelevata, servizi di trasporto fluviale, liberalizzare le licenze taxi, vietare l’ingresso dei bus turistici nel GRA, consentire l’ingresso al centro storico a pagamento, e consentire ai motocicli l’accesso alle corsie preferenziali."  .
Vale la pena riflettere sul punto relativo alla liberalizzazione delle licenze taxi, perché fa capire quanto questa misura, che viene osteggiata da molti tassisti, potrebbe in realtà contribuire a risolvere in misura determinante il problema dei trasporti a Roma.  Secondo me, anzi, l'unico modo per superare l'emergenza, è puntare soprattutto sui taxi, con un progetto che al più presto permetta finalmente a tutti i cittadini, soprattutto ai disabili e a chi comunque presenta difficoltà di deambulazione, l'uso di questo mezzo con tariffe decisamente più basse di quelle attuali, grazie ad un impegno finanziario del Comune a favore dei tassisti  (come ho già scritto altre volte).
Sotto, dei video che illustrano meglio di mille parole lo stato del trasporto pubblico di linea e più in generale della viabilità a Roma, tra infiniti disagi dei cittadini; corse che saltano; sporcizia delle vetture;  truffe; scioperi; proteste dei dipendenti; gestioni amministrative quantomeno discutibili; furbetti che viaggiano senza pagare il biglietto; sosta selvaggia delle auto private; scooter che vanno tranquillamente contromano; bus che si guastano e non possono essere riparati perché mancano i pezzi di ricambio; metropolitane che non funzionano, che non vengono costruite o i cui lavori vanno al rallentatore  (a partire dalla C);  promesse non mantenute  (ed è per questo che ho inserito anche dei filmati di qualche anno fa).








 






























 







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Note

1  Un solo dato, che, come gli altri, si commenta da sé :  "L’accessibilità del servizio di superficie per l’utenza con disabilità motoria è facilitata da un parco mezzi che presenta per circa il 74% bus equipaggiati di pedana mobile per la salita delle sedie a rotelle e area attrezzata per la loro sistemazione (conforme all’Allegato 7 della Direttiva 2001/85/CE e successive modificazioni) ...  . "  (pag 26).  Ripeto: il 74 % dei bus.  Ogni parola sembra davvero superflua.
Si veda anche  Lo stato dei servizi pubblici locali a Roma: il bilancio di un quinquiennio. .
Qui  per una versione ridotta della  Carta dei servizi ATAC 2013  e per un confronto con i risultati conseguiti nel 2012.  Anche in questo caso, i commenti risultano superflui.  I successi riportati con enfasi nel testo sembrano fatti apposta per umiliare quei dipendenti della società che si sforzano di offrire un servizio decente  (esistono, per fortuna, e non sono pochi)  e devono scontrarsi contro una serie di ostacoli che sono interni alla stessa azienda. Forse, l'unico modo per risolvere il problema è quello di privatizzare l'azienda, in modo da valorizzare i dipendenti capaci e che lavorano sul serio dai fannulloni e dagli incompetenti.


2  Mi riferisco ad esempio all'esposto alla Procura della Repubblica di Roma  (e p.c. a quella di Tivoli)  presentato dal Comitato Pendolari Roma Nord e pubblicato sul sito del medesimo Comitato, con data 5 agosto 2013.

lunedì 5 agosto 2013

Chiude la libreria Feltrinelli di Via del Babuino.



di  Fulvio Ormando 

Ci risiamo:  l'ennesima chiusura nel centro storico di Roma questa volta interessa una libreria con attività pluridecennale, la Feltrinelli di via del Babuino.  
È di pochi giorni fa l'annuncio che a partire dal prossimo gennaio la libreria, inaugurata il 10 dicembre 1964, e che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento per poeti, scrittori, registi (tra cui Gadda e Fellini), chiuderà i battenti.
Calo delle vendite, affitti troppo alti, razionalizzazione delle spese, adeguamento al mercato, ed altro ancora: quali che siano i motivi, di certo scompare un'attività storica che come tante altre contribuiva a dare un'identità culturale al centro di Roma, ormai sfigurato da tavolini e negozi con musica a tutto volume.
Non voglio fare una riflessione da snob, ma ogni volta che un negoziante storico abbassa una serranda per sempre, se ne va un pezzo di Roma.
Un artigiano, un orefice, un restauratore, un vecchio libraio che per anni ha quotidianamente tenuto in piedi il proprio lavoro, spesso a fronte di magri guadagni, lascia un pezzo della propria vita, quando  è costretto a chiudere.
In modo particolare, mi rattrista vedere una libreria che cessa la propria attività.
Entrare in una libreria, girare tra gli scaffali senza un'idea precisa, per poi scegliere un testo e andare alla cassa, è una scelta che racchiude un carico di aspettative.
Attraverso la lettura di un libro si può imparare, viaggiare con la mente, sognare, ridere, a volte piangere.
Mi piace pensare che in futuro gli assessori al commercio e alla cultura dedicheranno una maggiore attenzione a questo comparto, ma forse la mia è solo una vana speranza.
Per un approccio critico, ma originale, consiglio l'articolo del "Foglio"  di ieri, 4 agosto 2013.
Qui  il comunicato in cui si annuncia la chiusura, 
Qui, invece, la pagina Facebook del gruppo Feltrinelli, che conta oltre 120 negozi, di cui almeno dieci a Roma.
Di seguito, una serie di immagini relative all'inaugurazione, avvenuta appunto il 10 dicembre 1964  (per inciso, lo stesso giorno in cui venne assegnato il Premio Nobel per la Pace a Martin Luther King).


   










domenica 4 agosto 2013

Call Center taxi: per fortuna che esistono gli SMS.


di  A. Lalomia


Ho già avuto modo di esprimere le mie critiche nei confronti del funzionamento di alcuni Call Center dei taxi  1  e devo aggiungere che più di un tassista mi ha dato ragione.
Qualche giorno fa, un autista particolarmente disponibile della compagnia che prendo ormai da anni mi ha consigliato di by-passare la centrale e di servirmi dell'opzione SMS della società. Per la verità, questa opportunità mi era già nota, ma credevo che si trattasse di una delle solite iniziative sperimentali che avevano bisogno di un collaudo, a spese della pazienza degli utenti. In effetti, avevo fatto qualche tentativo, e ogni volta l'unico risultato era la mia frustrazione nel leggere il messaggio di risposta, del tipo "Siamo spiacenti, ma non riusciamo a identificare la sua posizione".  
Insomma, il solito teatrino pubblicitario, avevo pensato.  
E invece no. Dopo 'la dritta'  del tassista, ho provato di nuovo e, con mia grande sorpresa, il servizio ...  ha funzionato.  Scrivi la città, la via e il numero civico in cui ti trovi, invii l'SMS e dopo pochi secondi ricevi la notifica di attivazione della ricerca del taxi.  Qualche secondo ancora e ti arriva un altro SMS, in cui, con toni raggianti e con una valanga di punti esclamativi, ti comunicano che il il taxi è stato trovato e che è in arrivo  'New York 1'  2  in cinque minuti.
Evidentemente, dopo i miei tentativi precedenti, il sistema è stato migliorato, riducendo in modo significativo l'intera procedura di contatto.
Purtroppo, non sempre i tempi di attesa corrispondono perfettamente alle previsioni.  Ieri, ad esempio, ho preso quattro taxi diversi, tutti con questo sistema, e solo in un caso i tempi di attesa sono stati rispettati in pieno.  In un paio di casi sono andati oltre di due minuti  (sei anziché quattro), mentre in uno il tempo è addirittura raddoppiato  (otto minuti anziché quattro). Ma qui entra in gioco anche l'incredibile irrazionalità con cui vengono gestiti i posteggi dei taxi. Mi trovavo a Piazzale Flaminio, a pochi passi dal capolinea del tram 2, che arriva a Piazza Mancini. Ho inviato l'SMS e in una manciata di secondi ho ricevuto la comunicazione dell'arrivo di una vettura, con un tempo previsto di quattro minuti.  In realtà, ripeto, ne ho aspettati otto di minuti. Questo perché il taxi, pur partendo da Piazza del Popolo, dove esiste un grosso parcheggio, deve fare un giro lunghissimo per imboccare Piazzale Flaminio, che come tutti sanno è letteralmente attaccata a Piazza del Popolo e collegata con questa.  Quando ho chiesto al tassista per quale motivo non trasferivano una parte delle macchine del posteggio di Piazza del Popolo a Piazzale Flaminio, mi ha risposto con una classica esclamazione romanesca poco lusinghiera nei confronti delle autorità comunali, che non provvedono a questo banalissimo e semplicissimo trasferimento, autorizzando appunto l'apertura di un parcheggio a Piazzale Flaminio.  
D'altronde, in quest'ultima piazza, anche se è vietato, alcuni taxi stazionano ugualmente, ma alla spicciolata e per pochissimi minuti, giusto il tempo di imbarcare qualche turista.  Sono quasi sempre vetture senza autoradio  (in genere i titolari non hanno i soldi per l'abbonamento)  e quindi lavorano  'a vista'.  A volte anche in modo 'disinvolto', perché non si mettono in fila con gli altri taxi: anziché aspettare il loro turno, vanno a collocarsi proprio nei punti strategici in cui non esistono parcheggi di taxi.   (E il posto in cui mi trovavo strategico lo era davvero, visto che distava pochissimi metri dall'uscita della metropolitana.)   In  questo modo  'rubano'  clienti ai tassisti tradizionali, sfruttando proprio la situazione caotica del traffico e il modo insensato in cui spesso sono dislocati i parcheggi dei taxi.   Il che, naturalmente, fa arrabbiare molto i tassisti che rispettano le regole.
Tornando al servizio SMS, credo che esista ancora un punto da perfezionare, ed è quello dell'eventuale rifiuto della corsa con tempi di attesa superiori ai cinque-sei minuti.  A meno che, come auspico da anni, non si decida di far partire il tassametro dal momento in cui il cliente entra nella vettura.  Sono certo che i vertici dell'azienda si rendano conto che a nessuno piace salire in un taxi e vedere che il tassametro segna già una quindicina di €, proprio a causa del tempo di attesa.

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Note

1    V. ad esempio:  Taxi e Uber si fronteggiano a suon di petizioni. .  Cfr. anche:  Chi ha paura di Uber ?  Intervista a Benedetta Arese Lucini. .


2   Si tratta di una sigla inventata.

sabato 3 agosto 2013

Pedonalizzare i Fori Imperiali: un'iniziativa lodevole.


Ignazio Marino illustra 
il suo piano di pedonalizzazione dei Fori.

di  Fulvio Ormando


Il nuovo sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha deciso di chiudere l'accesso alle auto private e auto blu, in via dei Fori Imperiali, a partire da oggi: scelta difficile ma doverosa.
Come al solito le polemiche non mancano: per alcuni si tratta di uno spot post elezioni; per altri di una decisione adottata senza pensare alle conseguenze in termini di peggioramento della circolazione nelle vie limitrofe; per altri, infine, è l'inizio di un progetto che porterà alla pedonalizzazione dell'area intorno al Colosseo, con conseguente invasione di bancarelle, venditori abusivi, scippatori e pericoli vari per i turisti.
Ovviamente, esistono anche i pareri favorevoli da parte di ambientalisti, semplici cittadini che sognano un'area intorno all'Anfiteatro, dove poter passeggiare serenamente e godere delle bellezze della città. 
Non sono un assessore al traffico e non ho competenze riguardo la circolazione stradale, ma trovo lodevole l'iniziativa del sindaco, che tenta di salvaguardare il patrimonio artistico-culturale di questa città, unica al mondo, e al tempo stesso sensibilizzare l'opinione pubblica sulla bellezza e l'importanza di questa ricchezza inestimabile.
Il Colosseo è  (forse questa notizia  è poco divulgata)  il monumento più  visitato d'Europa: vogliamo cominciare a fare qualcosa per mantenerlo in piedi per gli anni a seguire ?  Il fatto che stia lì da circa duemila anni non significa che resterà per sempre, se non vengono prese le dovute misure.
Roma possiede un patrimonio archeologico e artistico immenso, tante persone vi passano accanto e danno per scontato che questi monumenti resteranno lì per sempre; non  è così !
Sarebbe bello se a Roma si svolgessero dei corsi serali gratuiti, dove poter parlare di arte, di monumenti, di storia, di questa città che è stata la culla della civiltà e che è  (non mi stancherò di ripeterlo)  unica al mondo. 

domenica 28 luglio 2013

Il sindaco Marino sul progetto di "Città metropolitane".


di  A. Lalomia

Sul sito del Comune di Roma è stata pubblicata un'importante dichiarazione del nostro sindaco in ordine al progetto governativo di abolire le province, sostituendole con le  'Città metropolitane'  (Consiglio dei Ministri n. 16 del 26 luglio 2013):

"  Roma, 26 luglio – Il sindaco di Roma Ignazio Marino è intervenuto oggi, in rappresentanza di Roma Capitale, alla riunione del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi, sul tema 
Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni.

Il Sindaco ha affermato di essere d’accordo sull'impianto della legge ma ha sottolineato l’importanza di precisare alcuni dettagli rilevanti, data la complessità geografica della Provincia di Roma. In particolare, secondo Marino occorre valutare i criteri per l’adesione dei Comuni, dato che al momento un Comune può aderire alla Città metropolitana solo se è confinante con altri Comuni che lo hanno già fatto. In questo modo, osserva il Sindaco, c’è il rischio che restino fuori i Comuni “non confinanti” ma interessati alla città metropolitana, perché altri confinanti non hanno scelto di aderire.

Il Sindaco, inoltre, ha chiesto che la data per aderire alla città metropolitana, fissata al 28 febbraio 2014, divenga un termine “dinamico”, così da permettere ai Comuni più lontani e non confinanti di aver tempo per l'adesione.
  "  

Mi sembrano precisazioni significative, perché su un provvedimento di questo genere è 
necessario agire con grande cautela.
Su questo tema, cfr. per esempio  "IlSole24 ore" .
Di seguito, il video con le dichiarazioni del sindaco:

sabato 27 luglio 2013

Chi ha paura di Uber ? Intervista a Benedetta Arese Lucini.



di  A. Lalomia

Non accenna a placarsi la controversia tra i taxi e Uber  1  .
Malgrado le ripetute assicurazioni, da parte della società californiana, di non offrire un servizio pubblico da piazza  -come i taxi-,  questi ultimi sono sul piede di guerra da mesi e preannunciano iniziative clamorose nel caso in cui l'attività svolta da Uber dovesse essere considerata a norma dalle autorità comunali.
Andrea Bitetto, in un magnifico articolo apparso sull' "Inkiesta" del 15 luglio 2013, ha riassunto egregiamente i termini della questione  2, innescando un dibattito che dà la misura di quanto egli abbia colto nel segno   .   
Allo scenario disegnato da Bitetto, vorrei aggiungere soltanto qualche breve nota.
La prima è che, secondo me, l'ostilità di molti tassisti nei confronti di Uber non è nient'altro che la versione aggiornata della diffidenza che parte della categoria nutre da tempo immemorabile verso i conducenti NCC, accusati di svolgere la loro stessa attività  -servizio pubblico da piazza-  in contrasto con le disposizioni che regolano il settore. Curiosamente, da qualche tempo si assiste all'alleanza tra tassisti ed NCC  (non tutti, però, perché quelli che lavorano per Uber vengono considerati allo stesso livello dei transfughi).
Ho scritto più volte che i tassisti stanno conducendo una crociata, quella contro Uber, appunto, che non ha motivo d'essere, perché i due servizi si rivolgono a clientele diverse. I tassisti  (e ho scritto anche questo)  dovrebbero lottare per ottenere dal comune e dal governo tutti quei sostegni che renderebbero meno pesante  (e lo è davvero pesante, soprattutto in una città caotica come Roma)  e incerta la loro attività.  Essi hanno ragione a lamentarsi delle spese astronomiche che devono sostenere  (a partire dalla cifra spesso folle della licenza), nonché degli abusivi, e mi pare di averlo già detto  . Però, sarebbe anche il caso che accennassero alle pecore nere che si annidano nella loro categoria  (come d’altronde in altre categorie)  e che infangano l’immagine di quanti, tra loro, lavorano in modo onesto e si comportano con civiltà.
I tassisti sono un ibrido tra imprenditori e dipendenti comunali, e forse il problema è proprio
questo.  La vettura è di loro proprietà, ma le tariffe sono stabilite dal comune, il quale si dimostra restio a concedere facilitazioni, per esempio, a livello di carburante, di polizze assicurative  (che per i tassisti raggiungono cifre spaventose, con l’aggravante che alcune compagnie si rifiutano di stipulare contratti con loro, perché vengono considerati una categoria a rischio troppo alto), di manutenzione delle auto, di parcheggi.  E in effetti io credo che le responsabilità maggiori, nelle problematiche che riguardano questo settore, così come nelle controversie tra tassisti e altri operatori del comparto, dipendano proprio dal comune, ma anche dal governo.  C'è da augurarsi, al riguardo, che l' Autorità dei Trasporti varata  (o meglio 'riesumata')  qualche giorno fa dall'esecutivo, riesca a mettere un po' d'ordine in un settore che sembra averne bisogno, ponendo fine a queste 'guerre fratricide', che danneggiano sia gli autisti che i clienti.
Forse occorerebbe fare come a Madrid, dove, come mi ha spiegato qualche settimana fa un autista molto gentile  (vedendo che ho qualche problemuccio, è sceso dalla macchina, mi ha aperto lo sportello della vettura e mi ha aiutato a salire, sempre con il sorriso),  il tassista è un impiegato comunale a tutti gli effetti, con uno stipendio a fine mese, più un’integrazione che scatta dal momento in cui raggiunge, in base al tassametro, l’importo del suo stipendio.  In questo modo, il tassista ha un fisso su cui può contare, ma nello stesso tempo è incentivato a lavorare di più e meglio.  Le corse, poi, sono meno care che a Roma o Milano, per cui prendere il taxi rappresenta veramente un’esperienza che tutti possono permettersi.  Questo sistema, tra l'altro, renderebbe il clima più sereno tra gli stessi tassisti, che non sono affatto una categoria compatta, come si potrebbe credere  (basti vedere il numero di sigle sindacali che li rappresentano, nonché alcuni episodi che dimostrano un modesto senso di solidarietà tra di loro). 
Per cercare di fare il punto della situazione e trovare, se possibile, qualche ipotesi di soluzione, su questi temi e su altri collegati, ho intervistato Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber in Italia  4 .

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Note

1  Al tema della mobilità a Roma, ho dedicato diversi testi, alcuni dei quali si trovano nella pagina “Bibliografia" di questo Blog.  Cfr. anche:  Uber a Roma tra aspettative e anatemi.;  Taxi e Uber si fronteggiano a suon di petizioni. ; Riflessioni su un post.;  Dalla Sicilia, proposte e iniziative riguardanti la mobilità urbana e i taxi. ; Taxi gratis per i disabili.  A Bucarest qualcuno ci ha già pensato.  E a Roma ? .


2  Si legga ad esempio questo punto, che andrebbe scritto a caratteri cubitali:  "Da utente del servizio Taxi osservo una cosa, nel merito: mi chiedo sempre perchè in Italia - e ciò a differenza di londra, amburgo, ad es. - quando chiamo un taxi questo faccia partire il tassametro dalla chiamata e non dal momento in cui uno sale in auto: il costo del trasferimento, visto il regime vincolistico amministrativo, non può esser fatto gravare sull'utente. Ed infatti in molte parti del mondo questo non avviene. I taxi, inoltre, hanno una corsa minima, sotto la quale non si scende, e questo assorbe il costo delle corse brevi.". Condivisione piena: sono anni che penso  (e che scrivo) le stesse cose.  Devo aggiungere che anche diversi tassisti con cui ho parlato sono d'accordo sulla necessità di rivedere il modo in cui viene calcolato il prezzo della corsa.  Oltre a quanto detto sopra, vorrei osservare che non si capisce per quale motivo il tassametro debba continuare a girare anche quando la vettura è bloccata per minuti e minuti in mezzo al traffico.  E' a queste situazioni, soprattutto, che mi riferisco nella domanda n. 17.
Tra i commenti dell'articolo di Bitetto, è possibile leggere alcune precisazioni sulla liceità del servizio svolto da Uber che meriterebbero di essere prese come esempio di garbo, di rispetto dell'interlocutore, di chiarezza e di moderazione.  A parte quelli di Bitetto stesso, mi riferisco soprattutto ai commenti che risultano scritti da un ex tassista che ora fa parte dei collaboratori di Uber.



3   Personalmente, poi, non vedo per quale motivo le compagnie di taxi non possano accettare le prenotazioni, né abbonamenti  (sia pure sotto forma di convenzioni), due servizi che peraltro praticano già.  Se la legge non prevede tali opportunità, la legge va cambiata.  Parecchie leggi non sono eterne: sono espressione del periodo storico in cui sono state promulgate. Se è stata cambiata la Costituzione, che è la Legge suprema del nostro Paese   -e si vogliono introdurre ulteriori modifiche-, non si vede per quale motivo non si possano e non si debbano apportare variazioni alla disciplina che regola un certo settore, qual è appunto quello del trasporto pubblico non di linea.  Ma è chiaro che a beneficiarne devono essere tutti gli operatori del comparto:  tassisti, NCC e aziende come Uber.  D'altronde, lo ripeto per l'ennesima volta: in una megalopoli come Roma, c'è posto per tutti gli operatori del comparto, perché ognuno ha un suo target specifico e non si capisce perché uno di loro -cioé Uber-  debba essere ostacolato nella sua attività.  Tanto più che la società americana non solo non toglie lavoro, ma, anzi, ne offre, 'crea economia', come direbbero gli esperti.


4  Su Uber, cfr. il materiale indicato oltre.
Sito di Uber :  https://www.uber.com/  .
Responsabile Italia di Uber: Benedetta Arese Lucini.
Sito Uber di Milano:  http://blog.uber.com/city/milan/
Sito Uber di Roma:  http://blog.uber.com/city/roma/ 
Qui  per l'ascolto dell'ottimo servizio  Liberalizzare stancatrasmesso il 22-07-13 da Radio 24-Il Sole 24ore, con interviste ad Arese Lucini, Alberto Saravalle  -di  "Italia Aperta"-,  e a rappresentanti del mondo taxi ed NCC.  Da non trascurare i commenti di alcuni ascoltatori, favorevoli alla creazione di un mercato più competitivo, dove si possa scegliere tra più offerte veramente diverse tra loro. 
Sotto, il brano di una precedente intervista ad Arese Lucini, su Milano post:  
«Uber Italia è una società sussidiaria che fa parte della società olandese, quindi Uber Italia Srl ha un suo account, paga i dipendenti e viene pagata da Uber un certo contributo per il loro aiuto, per cui paga le giuste tasse. Inoltre su ciascuna transazione viene già incluso nel presso il 10% di IVA – 10% perché si tratta di IVA agevolata, in quanto società di trasporto – che viene versato dagli autisti su ogni corsa in Italia; in aggiunta, su ogni corsa, l’80% lo trattiene l’autista, in quanto si tratta di reddito incrementato di un autista NCC – si tratta di reddito completamente incrementato, in quanto loro continuano a lavorare con i propri clienti e con Uber hanno solamente delle corse aggiuntive, che portano ad un reddito aggiuntivo. L’unica parte che finisce all’estero è quel pezzettino di commissione che si tiene Uber…”.
Qui per il primo servizio su Leo-HiTech;  qui, invece, per il secondo servizio sulla stessa testata.
"Linkiesta" ha dedicato diversi articoli al tema, alcuni dei quali sono raccolti nella pagina "Bibliografia"  di questo blog.
Qui per firmare la petizione di Uber al sindaco di Milano.
Una piccola nota conclusiva su Uber, che mi sta particolarmente a cuore.  In questo spot pubblicitario, la società californiana utilizza, come sfondo, una libreria in legno in cui fa bella mostra di sé l' Enciclopedia Italiana della Treccani.

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1.  Vogliamo cercare di stilare un elenco di punti che il cliente chiede a un tassista e comunque a un conducente di un servizio pubblico non di linea, e quindi anche ad un autista di Uber ?  Inizio io.
a.  Garbo, gentilezza, disponibilità e onestà.
b.  Puntualità, professionalità ed efficienza.
c.  Economicità, garanzia e certezza del prezzo.
d.  Rispetto del codice stradale e del divieto di fumo in vettura.
e.  Pulizia e perfetta manutenzione dell’auto.
f.  Posti a sedere ampi e confortevoli.
g.  Praticità e sicurezza del pagamento.
h.  Ricevuta scaricabile ai fini fiscali.
Vuole aggiungere qualcosa ?

No, direi che va bene così.


2.   Da chi è gestita Uber ?  Chi detiene il maggior pacchetto azionario ?   E inoltre: ha intenzione di quotarsi in Borsa ?

Uber è una società indipendente con alcuni venture capital azionisti e tutti gli impiegati ne posseggono delle quote. Stiamo facendo un altro round di finanziamento privato ora, e quindi non abbiamo alcuna intenzione di quotarci in Borsa.  


3.  Quali sono le differenze maggiori tra il servizio offerto da Uber e quello garantito dai taxi e dagli NCC ?

Uber è solamente una app che consente alle società NCC di ampliare il loro parco clienti.


4.  In che cosa Uber si differenzia dalle altre compagnie che si stanno affacciando sul mercato, ad esempio Ez Driver  (offre un servizio a base chilometrica, al prezzo di € 1.80/km, con un minimo di € 5,00, se la corsa è prenotata tramite l'app di ezDriver),  che oltretutto reca il marchio “Orgogliosamente italiani”,  e Your Personal James, che propone dei carnet interessanti per chi utilizza spesso il servizio ?

Diciamo che Uber è stata la prima di queste app, e quindi quella che ha inventato la soluzione. Noi pensiamo che i tre anni di esperienza abbiano permesso di conseguire importanti modifiche e miglioramenti, tali da corrispondere pienamente alle diverse esigenze sia degli autisti partner, che dei clienti.  D’altronde anche se la app è di una società americana, 
abbiamo un team locale tutto Italiano pure noi !


5.  La geolocalizzazione su cui si basa Uber, in realtà è stata introdotta in Italia da tempo. Basti pensare al servizio  it taxi , che per inciso non prevede alcun prezzo aggiuntivo rispetto a quello tradizionale.  Che cosa risponde a questa osservazione ?

La geolocalizzazione è solamente uno dei tanti elementi tecnologici che abbiamo usato per rendere Uber il servizio che è ora. 


6.  È possibile disegnare un identikit del vostro cliente medio ?

I nostri clienti sono vari, però quello che hanno in comune è di essere  'esperti digitali'  e di essere animati dal desiderio di spostarsi in città in modo diverso, comodamente e con classe.


7.   Quanti italiani, attualmente  (tra autisti e personale a vario titolo), lavorano per Uber ?  E quali requisiti devono possedere ?

Nel team siamo in tre a Milano e tre a Roma.  Gli autisti non lavorano per Uber, perché sono dipendenti delle società NCC.  I requisiti sono quelli di un autista NCC, la macchina deve essere in ordine e con meno di cinque anni di utilizzo  


8.  Quanti sono gli autisti che lavorano per voi a Roma ?  E inoltre: che tipo di vettura devono possedere ?   È  vero che usate anche le Ferrari ?

Gli autisti sono centinaia. Hanno la licenza richiesta per gli NCC.  Usiamo tutte le macchine che sono già NCC, ma di un certo livello.  L'ultima arrivata è  la Tesla Model S  (l’unica berlina di lusso al mondo totalmente elettrica, tanto per riprendere il discorso dell’attenzione che Uber mostra per i problemi dell’inquinamento ambientale).


9.  Quanto guadagna, in media, un autista Uber ?

Dipende da quanto lavora. Sicuramente guadagna più di prima, visto che con Uber trova nuovi clienti nel tempo libero.


10.  In che modo Uber potrebbe riuscire a risolvere il problema del traffico nelle grandi città, e soprattutto a Roma ?                                                                                                                       
Uber permette alle persone di muoversi in modo rapido e comodo per la città, lasciando la propria macchina a casa, evitando così lo stress della guida e della ricerca del parcheggio.  Inoltre, grazie a tutti i dati che acquisiamo, possiamo capire quali sono i momenti in cui la richiesta è più alta, in modo che gli autisti possano lavorare con maggiori opportunità di guadagno.                              
                    

11.  Quello del trasporto pubblico non di linea, a fronte della profonda crisi del trasporto pubblico di linea in una città come Roma  (una crisi destinata ad aggravarsi, visti i tagli del 45 % circa annunciati in questi giorni dall’ATAC),  è un mercato enorme, che potrebbe lasciare spazio a diversi attori.  Il problema vero, secondo me, è rappresentato dal prezzo.  In base a quali parametri avete deciso che la tariffa di base è di $ 3,50 per Uber X, 7 per berlina nera e 15 per SUV , con tariffe per miglio che partono da 2,75 $ per arrivare a 5 $ ?  Purtroppo, non sono prezzi sempre accessibili.  

Noi pensiamo che sia il cliente a determinare il prezzo che per lui va bene, per ogni servizio. Il problema, in Italia, è che i prezzi non sono proporzionali al servizio.


12.  Uber promette autisti professionisti, capaci, esperti educati  (affabili quando occorre), provvisti di  auto di lusso e pronti ad arrivare in tempi rapidi.  Siete  sempre in grado di trovare dei candidati che riuniscano tutte queste caratteristiche ?

Certo.


13.  Riuscirà Uber a proporre una corsa, poniamo, da Corso Francia  (altezza Vigna  Stelluti)  a  Piazza Ungheria,  a una quindicina di € , magari con una macchina non di lusso) ?  

Per adesso la nostra strategia è usare auto di lusso con prezzi che comunque rendono il suo esempio possibile.


14.  In quale città europea la società ha incontrato maggior successo, in termini di profitto e di numero di passeggeri ?

A Parigi: c’è da più tempo e continua a espandersi.  D’altra parte, a Stoccolma Uber è cresciuta più rapidamente di tutte le altre città in Europa, dal suo lancio. 


15.   Tra Roma e Milano, dove vanno meglio gli affari, per Uber ?                                                 
Vanno bene in tutte e due le città. A Roma siamo arrivati da poco, ma in compenso, rispetto a Milano, esistono potenzialità straordinarie, mi verrebbe da dire  "pazzesche".  


16.  Come mai, dopo Milano e Roma, avete puntato su Firenze ?  Per una questione di flussi turistici  ?  Ma anche a Venezia, per dire, i turisti non mancano di certo.

Pensiamo che Firenze sia una città che ha bisogno di questo servizio, visto che ne è sprovvista. Inoltre, Firenze è molto pro-innovazione.


17.  Le carte vincenti di Uber sono l'assenza del tassametro e il fatto che il cliente  (a parte un importo di base)  paga dal momento in cui mette piede nella vettura e non, come accade invece con i taxi, dal momento in cui il conducente riceve la chiamata dalla centrale e magari si presenta davanti al suddetto cliente dopo una quindicina di minuti a causa del traffico e con un tassametro che segna già una ventina di € .  Per non parlare del tassametro che continua a girare anche quando l'auto, con il passeggero a bordo, è bloccata in mezzo al traffico per interi minuti.  (D'altra parte, i tassisti non sono responsabili di questo sistema, che è frutto delle decisioni comunali. ) Ma avete mai pensato a proporre un servizio a ore  -più magari un'integrazione chilometrica-  piuttosto che solo a km ?

La nostra tariffa è calcolata usando sia la disposizione temporale che la distanza. 


18.  L’arrivo di Uber a Milano e a Roma ha determinato dure prese di posizione da parte delle compagnie di taxi  (e anche di qualche azienda NCC, malgrado il fatto che il vostro parco macchine, attualmente, sia costituito proprio da vetture NCC).   Un parlamentare europeo, Carlo Fidanza, il 7-06-13 ha presentato addirittura un’interrogazione con richiesta di risposta scritta  al Parlamento europeo.  Eppure, se ho capito bene, voi non solo non vi ponete come antagonisti ai tassisti, ma addirittura promettete di offrire lavoro anche  a loro.  Da cosa dipende, dunque, questa ostilità ?   Da una certa resistenza mentale dei vertici di alcune aziende di taxi ad adeguarsi al libero mercato e alla concorrenza   (come mi hanno fatto notare talvolta gli stessi tassisti romani disposti ad affrontare questo tema) ?               

L’ostilità non la capiamo neppure noi.  Secondo noi, certi operatori del settore hanno solo paura dei cambiamenti e come sempre vogliono mantenere lo status quo.


19.  Avete mai pensato a stipulare accordi con le società che si occupano di difendere i diritti dei disabili  (ad esempio  FISH),  in modo da garantire a questi ultimi sconti significativi ?

Abbiamo contattato l'Associazione dei non vedenti e stiamo lavorando per migliorare la App, in modo che anche loro possano usarla senza difficoltà.  Inoltre, abbiamo in programma una serie di contatti con altre associazioni di disabili, per andare incontro alle loro esigenze specifiche.


20.  Una delle questioni più controverse è quella del prezzo della corsa.  I vostri  'rivali' sostengono che il cliente non sa mai quanto pagherà veramente al termine del servizio, perché quella che gli viene indicata al momento di salire sulla vettura è solo un'indicazione approssimativa dell'importo finale.  Che cosa risponde Uber a queste critiche ?

L'indicazione è molto precisa; quindi, a meno che il cliente cambi idea sul percorso, paga spesso esattamente come indicato dalla app.


21.   Un'altra questione delicata è il pagamento con carta di credito.  Non mi sembra un aspetto da sottovalutare, viste le innumerevoli truffe on line e il furto di dati riservati. Cosa può dire, al riguardo  ?

Noi usiamo un payment provider certificato e non abbiamo mai avuto problemi come quelli citati da lei, né di altro tipo.  I dati sono tutti criptati e tenuti in un sistema sicuro.


22.  Come in quasi tutti gli altri settori, anche in Uber le contestazioni da parte dei dipendenti purtroppo non mancano e riguardano soprattutto i seguenti punti:  salari non adeguati; turni di lavoro troppo lunghi; limitate libertà sindacali.  Anche negli Stati Uniti alcuni dei vostri dipendenti sono entrati in sciopero, perché ritenevano di non ricevere sufficienti garanzie e compensi adeguati.  Che cosa risponde a queste critiche ?

Gli autisti non sono dipendenti di Uber e nessuno chiede loro di lavorare in specifici orari o turni.  Noi siamo un servizio aggiuntivo e quindi non siamo tenuti a garantire i carichi di lavoro previsti per le altre aziende.  Ciò premesso, mi sembra normale che agli autisti che lavorano per noi vengano assicurati i legittimi diritti sindacali. 


23.  Quindi sono gli autisti che scelgono gli orari ?

Sì, esatto, secondo le loro esigenze.


24.  Uber non è un servizio alla portata di tutti.  Non crede che aver puntato sin dall'inizio su una clientela medio-alta, o addirittura decisamente alta, vi privi di un'utenza piuttosto ampia ?

Noi puntiamo inizialmente su queste clientele perché di solito sono più aperte all'innovazione. D'altra parte, negli Stati Uniti abbiamo già introdotto soluzioni con diversi prezzi, molti dei quali sono più che accessibili.


25.  Uber è stata presentata come  "un'azienda che va a 100 km/h, ma non vi preoccupate, a guidare ci pensa un driver professionista !".  Non trova che sia un po' rischioso  (metaforicamente parlando)  mantenere per troppo tempo una velocità così sostenuta ?

Per la società assolutamente no !


26.  Quali sono, secondo lei, le differenze maggiori tra i tassisti di San Francisco e quelli di Roma  (ammesso che lei prenda il taxi, visto che fa parte di Uber)  ?

Prima di tutto, noi a Roma usiamo solo autisti NCC.  Le differenze riguardano soprattutto il modo di accoglierci.  A San Francisco ci hanno accolto con tanto affetto, mentre qui in Italia abbiamo incontrato e incontriamo maggiori difficoltà, una serie di resistenze a introdurre quegli elementi di innovazione, e non soltanto in campo tecnologico, che sarebbero necessari per il nostro Paese.  L'Italia ha ancora tanto da imparare, in questo settore.  Fino a quando esisteranno protezionismo e lobby  impegnate soltanto a difendere lo status quo, il nostro Paese si troverà in una situazione di svantaggio rispetto ai suoi concorrenti.


27.  In definitiva, da dove provengono i profitti di Uber, visto che la app è gratuita ?  E per le tasse, cosa si può dire ?  In realtà, lei ha già spiegato ampiamente come stanno le cose, per esempio nell'intervista Le auto della discordia, apparsa su  "Milano post" di qualche settimana fa.  Vuole aggiungere qualcosa ?

Credo che non ce ne sia bisogno.  Comunque, chi desidera approfondire l'argomento, può andare sul nostro blog, dove troverà ulteriori informazioni.


28.  Uber mette a disposizione borse di studio per giovani laureati particolarmente brillanti nel settore informatico ?

La nostra società è ancora molto giovane e deve quindi affrontare una serie di impegni non indifferenti.  Ritengo comunque che la sua domanda sia legittima e che in futuro si potrà procedere su questa strada.  Uber è un'azienda che punta molto sull'innovazione e sulla creatività ed è disposta ad investire parecchio in questi settori.  I giovani italiani di talento saranno sempre i benvenuti, da noi.


29.  L'Italia ha il triste primato della fuga dei cervelli: scienziati, economisti, manager e professionisti di vario tipo, intellettuali, sono stati costretti ad andare all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, per ottenere il giusto riconoscimento, anche salariale, delle loro competenze e della loro creatività.  Lei si sente parte di questa comunità di 'esuli' ?  E inoltre: negli altri paesi, in particolare USA, in cui ha lavorato, ha incontrato molti   “italiansinfuga"   (è il titolo del magnifico sito di Aldo Mencaraglia), molti talenti  che hanno deciso di abbandonare un Paese incapace di assicurare loro un futuro dignitoso ?

Sì, sicuramente, sono andata via pensando che altrove avrei trovato migliori opportunità lavorative, che premiavano la mia intraprendenza con sistemi molto meritocratici.  In più, i salari non sono neppure lontanamente comparabili con quelli italiani.  Ti puoi subito mantenere da solo, anche con il tuo primo lavoro, il che è giusto.  Negli altri paesi ho incontrato tanti Italiani che vogliono tornare in Italia solo per le vacanze, ma per la carriera rimangono all'estero.



30.  Per finire, vogliamo cercare di chiarire quali sono i punti di forza di Uber e quali, invece le eventuali situazioni non ancora consolidate ?

Punti di forza:
a.  innovazione continua;
b.  servizio impeccabile e offerte esclusive a clienti con esigenze particolari e disposti a spendere;
c.  ottima accoglienza da parte dei clienti, testimoniata tra l'altro dall'altissimo numero di quanti hanno firmato la petizione indirizzata al sindaco di Milano.  Questo dipende anche dal fatto che al centro della nostra attività noi poniamo il cliente e la sua piena gratificazione.  Alla fine di ogni corsa, i clienti sono invitati ad esprimere un giudizio sul trattamento che hanno ricevuto e soprattutto sull'autista, sul suo grado di cortesia e sulla sua professionalità.  Gli autisti più premiati dai clienti sono presi in considerazione dalla società per dei benefici  (come mi sembra giusto), per cui ogni autista ha tutto l'interesse a dare il meglio di sé.
d.  Uber crea occupazione e offre maggiori opportunità di guadagno agli NCC  (negli Stati Uniti anche ai taxi);
e.  riduce l'uso delle macchine private e quindi contribuisce a contenere i problemi drammatici del traffico urbano e dell'inquinamento ambientale, anche perché tutte le vetture che lavorano per Uber sono nuovissime e comunque rispettano pienamente la normativa europea sulle emissioni inquinanti.
f.  tracciabilità dei guadagni degli autisti  (non si può dire lo stesso, purtroppo, per parecchi tassisti, anche se la categoria è sottoposta agli studi di settore);
g.  flessibilità sul lavoro degli autisti;
h.  campagne promozionali, in cui offriamo corse gratis e comunque con sconti molto alti;
i.  successi nelle controversie innescate da concorrenti che volevano impedire l'attività di Uber.
Per quanto riguarda le eventuali vulnerabilità, forse potremmo rendere ancora più ricco di contenuti il sito in italiano, anche se già adesso mi sembra abbastanza adeguato.  D'altronde, nei nostri profili sui social networks, i clienti hanno l'opportunità di seguirci anche in lingua italiana e possono tranquillamente inviarci un'e-mail, senza dover perdere tempo a telefonare.


31.  Per cercare di porre fine a questa  'guerra'  tra voi e i tassisti, che cosa si sentirebbe di dire a questi ultimi ?

La guerra è in buona parte un'invenzione dei media.  Noi e i tassisti potremmo benissimo esistere insieme e non soltanto a Roma, ma anche in altre città italiane.  I tassisti, ma anche gli NCC, con cui noi lavoriamo, possono coesistere tranquillamente assieme a noi, perché hanno clientele diverse.