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giovedì 30 maggio 2013

Roma capitale del turismo: soltanto un sogno, ormai ?


 di  A. Lalomia

Vorrei proporre un bell'articolo apparso recentemente su  "Repubblica"  1   circa il crollo delle presenze turistiche a Roma.
Secondo le ultime statistiche, infatti, la nostra città, quanto a numero di visitatori stranieri, è stata superata addirittura da Istanbul, Kuala Lumpur e Dubai, oltre ovviamente che da Parigi, Berlino e Londra.
Credo che i due candidati al ballottaggio dovrebbero riflettere attentamente su questi dati, per evitare che Roma venga completamente cancellata dalle mete dei maggiori tour operator.  
Quella che una volta veniva considerata la meta più importante del  "Grand Tour"  dei giovani rampolli delle casate nobiliari e delle buone famiglie borghesi, adesso è relegata al rango di Cenerentola, malgrado il suo patrimonio archeologico unico al mondo e le ricchezze artistiche favolose.
Degrado, disservizi, scioperi, abusi, rapacità di ristoratori, criminalità, carenze abominevoli nell'assistenza ai disabili e a quanti comunque presentano problematiche fisiche, burocrazia polpottiana, una certa mentalità levantina soprattutto in chi avrebbe il potere di migliorare la città, hanno reso l'Urbe invivibile.  I residenti che possono fuggono, mentre chi la vede per la prima volta promette a se stesso di non farvi più ritorno.
"Se la conosci, la eviti", sembra ormai il ritornello che circola tra i turisti.
Inevitabile, nell'articolo, il riferimento al problema dei taxi, che da solo rischia di far odiare per sempre Roma dal turista  2 .   

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Nota

1   Nicola Lagioia, Ritardi, prezzi alti e caos metro, l'inferno delle vacanze romane.
Vale la pena precisare che l'articolo è stato riprodotto su altre testate, a conferma della sua importanza.


2   "Ammesso che abbiate superato indenni il ritiro bagagli (migliaia i colli smarriti in quello che non troppo tempo fa si guadagnò la maglia nera di peggiore aeroporto d'Europa), avete il problema di prendere il taxi. Qui i conti potrebbero iniziare a non tornare. Dall'aeroporto in città  - rigorosamente entro le mura aureliane -  la tariffa è di 48 euro. Il turista newyorkese rifletterà sul fatto che una corsa in taxi da JFK a Manhattan costa l'equivalente di 40 euro. Chi avrà indossato i panni di un cittadino di Barcellona, Madrid, Mosca o Lisbona noterà anche lui una differenza nel tassametro che non farà piacere (e meno ancora forse il magnete del Duce attaccato sul cruscotto di qualcuno)."   
Sui taxi, cfr. gli altri articoli su questo stesso blog  (anche in "Bibliografia").  Le cooperative di taxi ancora non si sono rese conto che se non migliorano il servizio  (v. i risultati dell' Euro test 2011), se non stipulano accordi per esempio con le associazioni di disabili e se non abbattono i prezzi almeno del 30 %, saranno destinate a scomparire dal mercato, vista la concorrenza sempre più agguerrita.  I tassisti credono di poter vivere in un regime di eterno monopolio.  Non è così, ed è sorprendente  (e triste, per le tante persone oneste che ci sono tra loro)  che non se ne siano ancora accorti.                                                  Anziché chiedere al Comune di impedire a Uber di esercitare a Roma, perché non pretendono dallo stesso più parcheggi per le loro vetture; la possibilità di rifornirsi  presso i distributori riservati ai mezzi ATAC; di poter lasciare le loro auto, per riparazioni e controlli, presso le officine convenzionate con il Campidoglio; tariffe agevolate per le assicurazioni; corsie preferenziali; manutenzione delle colonnine presenti negli stazionamenti ?  Perché non entrano nell’ottica di considerare il cliente come una persona amica, che ha bisogno della loro disponibilità, che vuole andare d’accordo con loro, ma che non  ha alcuna intenzione di farsi truffare ?  

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